Il Club Deportivo Palestino è stato fondato a Osorno, città nel sud del Cile, nel 1920, da un gruppo di immigrati palestinesi. Palestino in spagnolo significa Palestinese. I colori sociali sono gli stessi della bandiera della Palestina: il rosso, il bianco, il verde e il nero. Il Palestino vanta nella sua bacheca due titoli nazionali e due coppe del Cile. Il primo titolo arrivo nel 1955, sotto la guida dell’argentino Guillermo Coll e veniva chiamato millonario, in quanto in quel periodo storico riusciva ad acquistare i migliori calciatori cileni, dando loro ingaggi molto alti per l’epoca. Nel 1978 il Palestino vinse il suo secondo titolo, arrivando a totalizzare una striscia di ben 44 risultati utili consecutivi. La stella era Elías Figueroa, uno dei migliori calciatori cileni di sempre e inserito da Pelé nel FIFA 100. Nella Copa Libertadores del 1979 il club cileno si fermò in semifinale, battuto solo dai campioni dell’Olimpia
Una squadra ormai entrata nella leggenda, un club di palestinesi a tredicimila chilometri dalla propria terra natia. Il Palestino rappresenta le speranze degli emigrati arabi nel nuovo mondo, un sogno incredibile.
A fine Ottocento furono moltissimi gli arabi che fuggirono le proprie terre verso il Nuovo mondo. Una storia spesso dimenticata ma che ha avuto un impatto enorme in paesi come Cile e Cuba. Nel primo in particolare avvenne un enorme ondata migratoria di matrice palestinese, formando la più grande comunità in assoluto fuori dal mondo arabo.
In Cile questo popolo ha raggiunto anche un proprio peso politico, rendendo il Palestino, davvero, molto più di un club. Basti pensare che lo stesso Yasser Arafat nel 2003 scrisse una lettera a sostegno del club cileno. All’epoca infatti il club aveva pesanti problemi economici e proprio in seguito al sostegno del leader palestinese iniziò ad ottenere una dimensione sempre più internazionale. Basti pensare che dal 2009 venne sponsorizzatodalla Bank of Palestine.
È inoltre l’unica squadra cilena ad essere trasmessa anche dal mondo arabo grazie ad Al Jazeera. Il crescente supporto ha spinto il club ad ergersi come vero e proprio simbolo del proprio popolo nel mondo, ma è nel 2014 che il Palestino compie l’atto che lo consacrerà alla storia.
Il 4 gennaio 2014 la squadra scende in campo con una maglia diversa e che suscitò polemiche da ogni parte del mondo, dando però al club la sua definitiva dimensione. La maglia infatti sostituì il classico numero “1” con l’immagine della Palestina, una presa di posizione senza eguali nel calcio mondiale.
Subito fu oggetto di critiche e venne ritirata dal mercato, il gesto però ebbe un riscontro intercontinentale, tanto da portare in Cile il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Da allora il club ha lanciato moltissime campagne atte ad unire i due paesi, uno però ci ha colpiti più di altre. Si chiama “Our filed, our land” e intende formare il nuovo campo della squadra con del terreno proveniente da ogni angolo della Palestina, un modo per portare la propria casa dall’altra parte del mondo.