Il suo primo ingaggio fu una latta d’olio d’oliva
Feb 4, 2025

Se n’è andato a 84 anni Giancarlo Bagnasco, nella Stazzano che lo aveva visto nascere e che lo ha preso per mano accompagnandolo fino alla Serie A, giocando nel Genoa negli anni ’60 come terzino destro. Era soprannominato da tutti “Barone“.

Panorama di Novi lo ha voluto ricordare così: “‘Il mio primo ingaggio? Una latta d’olio d’oliva. Il secondo? Un pezzo di parmigiano’. Lo racconta sorridendo seduto al tavolino dello storico ‘bar delle bocce’ di Stazzano. La sua Stazzano. Il ‘Barone’ è una figura storica nel panorama sportivo locale. Uno dei pochissimi calciatori del territorio a essere approdato in Serie A. Non una semplice comparsa, anzi. Bandiera del Genoa inizio anni Sessanta, tre campionati a Messina e il ritorno a casa. Oltre una decina d’anni a duellare con le ali sinistre di tutta Italia, lui terzino destro veloce e arcigno con il ‘Grifone’ nel cuore”.

Bagnasco nel Genoa

Repubblica ha voluto ricordare il suo periodo d’oro al Genoa con un articolo di Gessi Adamoli: “Difensore del Genoa all’inizio degli anni ‘60 (73 presenze con un gol in campionato e una rete anche in Coppa Italia e una nella Coppa delle Alpi). In rossoblù era arrivato dopo aver giocato nella Serravallese e nel Pontedecimo. Aveva esordito nella stagione 1961-‘62, quella del ritorno trionfale in serie A, con alla guida Renato Gei: record di punti (43) con la seconda (il Napoli) staccata di 11 lunghezze. In quel campionato, dove non erano previste sostituzioni, giocò 25 partite su 38, segnando anche un gol (a ‘Marassi’ in occasione del pareggio per 1 a 1 con il Catanzaro). Il Genoa quell’anno vince anche la Coppa delle Alpi, battendo nella finale di ‘Marassi’ il Grenoble. Quattro presenze nel campionato 1962-‘63: esordio in serie A a Bologna in una partita giocata di lunedì dopo il rinvio per neve del giorno precedente. Nella stagione successiva, quella della definitiva consacrazione di Gigi Meroni e con in panchina il mitico Beniamino Santos, torna titolare. Il Genoa rivince la Coppa delle Alpi battendo il Catania nella finale di Berna e il giovane difensore alessandrino gioca quattro partite su quattro. Per il Genoa è un’estate difficile. Beniamino Santos muore in un incidente stradale, mentre sta precipitosamente tornando dalle vacanze in Spagna per cercare di scongiurare la cessione di Meroni.

Bagnasco con la maglia e il bordino rosso del portiere portato in trionfo a fine partita da Rivara e Gilardoni

Il nuovo allenatore, il brasiliano Paulo Amaral, è un ginnasiarca (era stato il preparatore atletico della nazionale sudamericana campione del mondo nel ’62 in Cile) che, in un calcio rigorosamente all’italiana (con il libero staccato), teorizza la zona ed è visto come un eretico. Rivoluziona anche la numerazione: a Bassi e Colombo, i due difensori centrali, dà il 2 e il 3, Bagnasco, invece che l’abituale numero 2 indossa il 4. Durerà solo otto giornate e Bagnasco tornerà a giocare con il 2. Fongaro, che aveva appena smesso di giocare, Lerici e ancora Fongaro si alternano in panchina ma senza fortuna e il Genoa non riesce a evitare la retrocessione. In estate Bagnasco viene ceduto al Messina dove resta per tre stagioni e nell’estate del 1968 è avversario del Genoa nella maratona degli spareggi per evitare la serie C che si protrae addirittura sino al 21 luglio. La carriera da professionista la chiude nell’Alessandria. Nel grande romanzo della storia del Genoa e nell’immaginario dei suoi tifosi, Bagnasco è ricordato soprattutto per una partita con il Foggia a ‘Marassi’ vinta per 1 a 0 (rete di Vanara) nella quale giocò, proprio con la ‘gradinata Nord’ alle spalle, come portiere per 25 minuti a causa dell’espulsione di Da Pozzo e distinguendosi anche per un paio di interventi efficaci. C’è una foto che ha fatto epoca e ricorda quell’impresa: Bagnasco con la maglia e il bordino rosso del portiere portato in trionfo a fine partita da Rivara e Gilardoni”.

Bagnasco con la maglia del Messina

Maurizio Iappini su La Stampa ha ricordato che dopo il Genoa “fu ceduto al Messina dove rimase due anni prima di ritornare nella sua provincia per un ingaggio con l’Alessandria per un anno collezionando 28 presenze ma senza legare troppo con il presidente Sacco. Poi il passaggio alla Quarta serie con il Borgosesia prima di approdare alla Novese e infine al Libarna. Appese le scarpe al chiodo intraprese la carriera di assicuratore senza mai dimenticare il football, un mondo che ormai non c’era più”.

Alessandria 1968-’69, Giancarlo Bagnasco è il primo accosciato da sinistra

Anche Museo Grigio, la “bibbia” del calcio grigio, ha voluto tracciare il profilo del giocatore che indossò anche la gloriosa maglia dell’Alessandria.

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