Edino Nazareth Filho, detto Edinho, sarà sempre ricordato come l’uomo del doppio palo. Il difensore centrale che l’Udinese acquistò nel 1982 dalla Fluminense, il 31 ottobre del 1982 fu protagonista di un’azione più unica che rara.
Calciò una punizione dal limite dell’area sul centro sinistra, scavalcò la barriera e mandò il pallone a picchiare prima sul palo interno alla destra del portiere e poi quello dalla parte opposta.
L’estremo difensore in questione era Garella, numero uno del Verona, che tra il serio e faceto a fine gara disse: «Sono rimasto volutamente fermo vicino alla linea di porta perchè se mi fossi mosso avrei rischiato di toccare il pallone e provocare un’autorete».
Difficile credere che in quella frazione di secondo Garellik sia riuscito ad avere il tempo di mettere assieme tutti questi pensieri. Semplicemente doveva andare così.
Il gol, per Edinho, comunque, non è stato un problema specialmente tenuto conto che faceva il difensore. Libero, si diceva allora, ovvero quello che copriva le spalle ai due marcatori e poi si sganciava diventando un regista aggiunto in fase di possesso palla. Da buon brasiliano è stato un grande specialista dei calci piazzati: ne ha segnati di spettacolari.
Indimenticabile quello all’Olimpico contro la Roma, da applausi quello al Friuli contro l’Ascoli del portiere Brini, suo futuro compagno di squadra in bianconero. E poi i calci di rigore: tre passi di rincorsa e poi la cannonata imparabile quasi sempre con la traiettoria a “incrociare”.
Edinho in cinque stagioni con la maglia dell’Udinese ha messo assieme 138 presenze (i campionati erano a 16 squadre quindi ha saltato complessivamente 12 gare tra squalifiche e infortuni) mettendo assieme 22 marcature. Nella quarta (’85-’86) conobbe Ariedo Braida, ds di passaggio prima di essere chiamato da Adriano Galliani, conosciuto al Monza, alla corte di Berlusconi che nel marzo del 1986 acquistò il Milan.
A giugno di quell’anno, mentre Edinho era protagonista al Mondiale di Messico ’86 dove segnò anche un gol, Gianpaolo Pozzo acquistò l’Udinese. Il brasiliano rimase nonostante la penalizzazione di 9 punti per un campionato il cui destino della formazione bianconera era già scritto. Come quella punizione al Verona finita due volte sul palo.
Massimo Meroi