Il campionato, alla fine degli anni ‘40, assomiglia parecchio a una grande Legione Straniera e anche i campioni nostrani più genuini, faticano ad affermarsi: uno di questi è Pasquale Vivolo da Brusciano, provincia di Napoli.
Pasquale Vivolo nella Juventus
La Cremonese ha fiducia in questo ragazzo tecnicamente molto dotato, poco più che ventenne, e nel 1948 gli dà spazio. Alla Juventus lo tengono subito d’occhio e, nell’estate del 1949, il ragazzo sbarca a Torino con prospettive, a dire il vero, non esaltanti: davanti a lui ci sono autentici campioni come Præst, Hansen, Boniperti e Muccinelli, e non è facile farsi largo.Ma Vivolo ha un carattere d’oro e un talento purissimo: si fa voler bene e sa tenersi pronto ogni volta che il mister lo chiama. Così, da attaccante esterno o più spesso da centravanti puro, colleziona 10 presenze e 1 rete nell’anno del debutto, che è anche quello del ritorno dello scudetto, dopo la bellezza di quindici anni.
Vivolo non è un primattore, ma si capisce che ha la stoffa e viene confermato. E le presenze salgono a 16 nel 1950-‘51, con 2 goal all’attivo.
Vivolo nella Lazio
Ma è il campionato 1951-‘52 quello della piena affermazione del ragazzo napoletano. Complici alcuni infortuni dei titolari, Pasquale gioca 19 partite e segna ben 12 reti, con una media pazzesca, ben oltre mezzo goal a gara. Un contributo, stavolta, davvero decisivo alla conquista del nono scudetto, il secondo per Vivolo.
Che si conferma un grande bomber di razza anche l’anno successivo, secondo cannoniere della squadra con ben 16 reti in 22 partite. Nell’estate del 1953 passa alla Lazio e continua a segnare a ritmi impressionanti, meritandosi anche qualche gettone con la Nazionale.
Lusinghiero il suo bilancio juventino: in 4 stagioni, 2 scudetti, 67 partite e 31 reti.