Sembra la Coppa dei Campioni, invece è “solo” una finale di Coppa Italia contro l’Inter: se la gioca il Toro che porta allo stadio Comunale 62.676 spettatori paganti, uno spettacolo nello spettacolo. In campo c’è una squadra nata al Filadelfia: sono i tempi di Massimo Giacomini che guida un gruppo giovanissimo composto quasi per intero da ragazzi fatti in casa. Sono cresciuti al Fila Bertoneri, Beruatto, Bonesso, Cravero, Cuttone, Dossena, Ermini, Esposito, Ferri, Francini, Mariani, Pulici, Salvadori, Sclosa, Zaccarelli e Zennaro. La rosa è completata dai portieri Copparoni e Terraneo, dallo stopper Danova e dall’olandese Van de Korput.
Eppure, come spesso capita in casa Toro, la serata della festa diventerà burrascosa e funesta. Perché dopo lo 0-1 dell’andata a San Siro, gol di Aldo Serena, al Toro non resta che vincere; e dietro la spinta di una Maratona meravigliosamente d’antan passa anche in vantaggio in avvio.
È il 12’ quando segna Cuttone, terzino ringhiante che distribuisce con molta parsimonia i (tre) gol nelle 66 presenze granata. La bomba scagliata in mezzo all’area dall’Agatino è perentoria quanto precoce; forse troppo precoce, visto che dopo dieci minuti Copparoni (che sostituisce Terraneo infortunatosi nella gara di andata) serve la frittata proprio sotto la Maratona. Il portiere granata sbaglia l’uscita e permette ad Altobelli di incornare in porta il pallone che vale una coppa assegnata fra incidenti e cariche delle forze dell’ordine.
Eppure, quel 20 maggio 1982 non vive soltanto della terza coppa consecutiva scivolata via dalle mani granata proprio sul più bello: quelli sono i giorni in cui nasce l’idea bearzottiana del Mundial spagnolo, e delle manette per Sophia Loren, in guardina nel carcere di Caserta per evasione fiscale, per non parlare del matrimonio appena annunciato fra Platini e la Juve.
Il capitano dell’Inter Graziano Bini con la Coppa Italia (a sinistra) e la festa nello spogliatoio nerazzurro
Ma soprattutto, il giorno dopo, venerdì 21 maggio 1982, si chiude un’era: Orfeo Pianelli vende il Toro a Sergio Rossi e nulla sarà più come prima.