Due anni. Tanto è bastato dalla nascita della Coppa dei Campioni nel 1955 perché una squadra italiana arrivasse a giocarsi l’ultimo alto del prestigioso trofeo. L’anno precedente infatti si era imposto il Real Madrid di Alfredo Di Stefano grazie alla vittoria sui francesi dello Stade Reims. Il 30 maggio 1957 invece si fronteggiarono proprio i campioni in carica del Real e la Fiorentina, trionfatrice del campionato italiano e allenata da un guru della panchina come Fulvio Bernardini.
I viola di Fuffo erano una squadra rocciosa e granitica, che come nei migliori insegnamenti del calcio italiano faceva della fase difensiva il suo vero punto di forza.
Tra i pali poi potevano contare sul mitico Giuliano Sarti, lo stesso incredibile portiere che poi vinse la coppa nel 1964 con l’Inter di Helenio Herrera al Prater di Vienna, proprio contro gli spagnoli guidati da Gento.
A contendere la vittoria ai toscani però c’era una formazione altrettanto straordinaria. Il Real Madrid campione d’Europa in carica, che poteva contare su una vera e propria corazzata, guidata dalla classe e dalla grinta indomabile della saeta rubia, l’argentino Alfredo Di Stefano.
Il principale punto di forza dei madrileni era il reparto avanzato, che oltre a Di Stefano annoverava Francisco Gento e Raimond Kopa, prelevato proprio quell’anno dallo Stade Reims.
La partita che si gioca nella splendida cornice di pubblico dei 124.00 spettatori del Chamartín , all’inizio è estremamente bloccata, la difesa viola regge, e gli avversari fanno fatica a creare veri pericoli per la porta di Sarti.
Tuttavia nella ripresa Di Stefano batte finalmente Sarti realizzando un calcio di rigore. Poi è lo spagnolo Francisco Gento a chiudere i conti con la rete del 2-0 definitivo che permette alla coppa di restare un altro anno nella capitale spagnola.
Nella stagione 1955-’56 i Viola, allenati da Fulvio Bernardini, avevano conquistato il loro primo scudetto con cinque giornate di anticipo.