Severeyns aveva classe, ma in Italia non sfondò
Giu 19, 2019

Negli anni Ottanta spesso e volentieri a frequentare la Serie A c’era il Pisa di Romeo Anconetani, vulcanico presidente abilissimo a pescare nei mercati stranieri sconosciuti che si sarebbero rivelati grandi giocatori (Kieft, Dunga , Simeone e Chamot i più noti).

Il Pisa 1988-’89

Salvatosi alla fine della stagione 1987-’88 e sfruttando l’apertura alle frontiere che avrebbe portato da 2 a 3 il massimo numero di stranieri tesserabili, il numero uno toscano va a pescare in Belgio, paese che in quel periodo è foriero di ottimi giocatori (il quarto posto ai mondiali 1986 lo dimostra). Così come partner d’attacco di Lamberto Piovanelli viene scelto Francis Severeyns, ventenne bomber prelevato dall’Anversa, con la quale è riuscito già a mettere a segno 33 reti, capocannoniere del massimo campionato.

Sulle figurine “Panini”

Bruno Bolchi, il tecnico dei toscani di allora, ne tesse lodi sottolineando le sue qualità da contropiedista, l’ideale per una squadra votata alla difesa e ripartenze. Strappato alla concorrenza nientemeno di Valencia e Torino, Severeyns prende da subito il posto da titolare. Le prime uscite inducono all’ottimismo, le Olimpiadi di Seul, insolitamente iniziate a metà settembre, costringono la Serie A a un inizio tardivo, lasciando così spazio ad agosto e settembre alla Coppa Italia.

Il belga esalta subito i tifosi nerazzurri segnando due reti nel derby contro la Fiorentina vinto 4-2, poi segna contro la Roma, sempre all’Arena Garibaldi in un altro successo, stavolta per 3-1.

Il Pisa 1988-’89 sulle figurine “Panini”  (da Pisanellastoria.it)

Le promesse sembrano poter essere mantenute e in fondo se segni a raffica se pur in Belgio almeno un buon bottino in Italia dovrai realizzarlo. Niente di fatto all’esordio col Bologna, nemmeno con l’Inter alla seconda, alla terza viene sostituito a partita in corso da Dolcetti. Dopo sei giornate si capisce che l’inserimento del giocatore è più difficile del solito, Severeyns mal si adatta alle rigide marcature della Serie A e nemmeno nell’ambiente italiano riesce a inserirsi.

In allenamento con il Pisa

Intanto la squadra è già ultima, con soli 2 punti, frutto di due pareggi e 4 sconfitte. Prima che sia troppo tardi Anconetani corre ai ripari e acquista Peppino Incocciati nel tentativo di rivitalizzare l’attacco. Un segnale chiaro che non c’è più fiducia piena nel giocatore che già a a dicembre ha quasi perso il posto. Le sue chance le deve sfruttare entrando a partita in corso ma lui è abulico, quasi mai attivo e quando gli si presenta l’occasione per segnare riesce sempre a chiudere nella maniera più maldestra.

Si riscatta parzialmente in coppa Italia, dove a gennaio segna al Verona ai quarti di finale, contribuendo a uno storico passaggio in semifinale. Ma in campionato non va nulla. A marzo Bolchi viene licenziato, subentra Giannini e Severeyns perde il posto definitivamente. Non basterà perché il Pisa scenderà negli inferi della Serie B e con soli 2 stranieri ammessi (e i toscani ne avevano 3) il sacrificato diventa proprio l’attaccante, che lascia dopo un anno, 26 presenze in serie a e l’incredibile cifra di zero reti segnate, incredibile per un attaccante.

Tornerà i Belgio, a ridere e segnare. Tornerà protagonista nella sua Anversa, trascinando la squadra addirittura alla finale di Coppa delle Coppe 1992-’93. La sua strada con un’italiana si reincrocerà proprio in quell’edizione del torneo, addirittura in finale col Parma. Si toglierà pure la soddisfazione di segnare un gol, ma non basterà poiché i ducali riusciranno a imporsi per 3-1. Continuerà a giocare e segnare in Belgio con una parentesi in Austria.

In Italia nessuna traccia e un solo rimpianto per i tifosi pisani, che nonostante il suo contributo nullo alla causa ricordano i suoi tempi come quelli della Serie A, a misurarsi con le grandi dello stivale.

Gaetano Mocciaro

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