Negli anni Ottanta spesso e volentieri a frequentare la Serie A c’era il Pisa di Romeo Anconetani, vulcanico presidente abilissimo a pescare nei mercati stranieri sconosciuti che si sarebbero rivelati grandi giocatori (Kieft, Dunga , Simeone e Chamot i più noti).
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Salvatosi alla fine della stagione 1987-’88 e sfruttando l’apertura alle frontiere che avrebbe portato da 2 a 3 il massimo numero di stranieri tesserabili, il numero uno toscano va a pescare in Belgio, paese che in quel periodo è foriero di ottimi giocatori (il quarto posto ai mondiali 1986 lo dimostra). Così come partner d’attacco di Lamberto Piovanelli viene scelto Francis Severeyns, ventenne bomber prelevato dall’Anversa, con la quale è riuscito già a mettere a segno 33 reti, capocannoniere del massimo campionato.
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Bruno Bolchi, il tecnico dei toscani di allora, ne tesse lodi sottolineando le sue qualità da contropiedista, l’ideale per una squadra votata alla difesa e ripartenze. Strappato alla concorrenza nientemeno di Valencia e Torino, Severeyns prende da subito il posto da titolare. Le prime uscite inducono all’ottimismo, le Olimpiadi di Seul, insolitamente iniziate a metà settembre, costringono la Serie A a un inizio tardivo, lasciando così spazio ad agosto e settembre alla Coppa Italia.
Il belga esalta subito i tifosi nerazzurri segnando due reti nel derby contro la Fiorentina vinto 4-2, poi segna contro la Roma, sempre all’Arena Garibaldi in un altro successo, stavolta per 3-1.
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Le promesse sembrano poter essere mantenute e in fondo se segni a raffica se pur in Belgio almeno un buon bottino in Italia dovrai realizzarlo. Niente di fatto all’esordio col Bologna, nemmeno con l’Inter alla seconda, alla terza viene sostituito a partita in corso da Dolcetti. Dopo sei giornate si capisce che l’inserimento del giocatore è più difficile del solito, Severeyns mal si adatta alle rigide marcature della Serie A e nemmeno nell’ambiente italiano riesce a inserirsi.
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Intanto la squadra è già ultima, con soli 2 punti, frutto di due pareggi e 4 sconfitte. Prima che sia troppo tardi Anconetani corre ai ripari e acquista Peppino Incocciati nel tentativo di rivitalizzare l’attacco. Un segnale chiaro che non c’è più fiducia piena nel giocatore che già a a dicembre ha quasi perso il posto. Le sue chance le deve sfruttare entrando a partita in corso ma lui è abulico, quasi mai attivo e quando gli si presenta l’occasione per segnare riesce sempre a chiudere nella maniera più maldestra.
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Si riscatta parzialmente in coppa Italia, dove a gennaio segna al Verona ai quarti di finale, contribuendo a uno storico passaggio in semifinale. Ma in campionato non va nulla. A marzo Bolchi viene licenziato, subentra Giannini e Severeyns perde il posto definitivamente. Non basterà perché il Pisa scenderà negli inferi della Serie B e con soli 2 stranieri ammessi (e i toscani ne avevano 3) il sacrificato diventa proprio l’attaccante, che lascia dopo un anno, 26 presenze in serie a e l’incredibile cifra di zero reti segnate, incredibile per un attaccante.
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Tornerà i Belgio, a ridere e segnare. Tornerà protagonista nella sua Anversa, trascinando la squadra addirittura alla finale di Coppa delle Coppe 1992-’93. La sua strada con un’italiana si reincrocerà proprio in quell’edizione del torneo, addirittura in finale col Parma. Si toglierà pure la soddisfazione di segnare un gol, ma non basterà poiché i ducali riusciranno a imporsi per 3-1. Continuerà a giocare e segnare in Belgio con una parentesi in Austria.
In Italia nessuna traccia e un solo rimpianto per i tifosi pisani, che nonostante il suo contributo nullo alla causa ricordano i suoi tempi come quelli della Serie A, a misurarsi con le grandi dello stivale.
Gaetano Mocciaro