La Sardegna e il calcio. Che è ma non solo Gigi Riva
Apr 12, 2019

Una bella storia. Intrigante. È quella che lega la Sardegna al pallone. Dove non c’ è solo la favola dello scudetto del Cagliari del 1970.

 

 

Spicca, ad esempio, il gol segnato da Gallardo al Milan nel 1965 in un fantastico 2-2 dei rossoblù alla Scala del calcio. Felix Alberto Gallardo (nella foto sopra in una formazione del Cagliari 1965-’66), peruviano, è stato un’autentica icona per i tifosi del Cagliari. Risultati pochi (6 gol in due campionati). In compenso il ricordo delle sue bordate, con il pallone che finiva regolarmente nel canale al fianco dell’Amsicora, viene ancora tramandato. Sempre il peruviano ha firmato nel 1965 la prima vittoria rossoblù in A, contro il Vicenza.

 

   

Pietro Carta e Renato Raccis.

 

Sul Cagliari si è detto e scritto a bizzeffe. Rivolti quasi esclusivamente al trionfo del 1970 dei rossoblù. Scudetto e dintorni, insomma. Ma la Sardegna ci consegna, dalle nebbie del passato, calciatori purtroppo spesso ingiustamente dimenticati. A cominciare da due quasi sconosciuti ai più: Pietro Carta di Bosa, primo sardo a esordire in Serie A negli anni Quaranta con il Livorno e al suo fianco Renato Raccis, bomber di Mandas: insieme finirono al secondo posto alle spalle del Grande Torino.

 

Il bomber più prolifico della storia del calcio francese, Delio Onnis, ad esempio, era originario di Nurallao. Marcello Diomedi (figurina a fianco), unico sardo in campo il giorno dello scudetto del Cagliari (ma giocava nel Bari) era di Calangianus. Dal centro Sardegna arrivano Gianfranco Matteoli (Ovodda), Gianfranco Zola (Oliena), Marco Sau (Tonara). Salvatore Sirigu, portierone del Paris Saint Germain e ora del Toro, è di Siniscola. Nutrita la pattuglia olbiese, guidata dal grande Gustavo Giagnoni. Antonello Cuccureddu è di Alghero, i gemelli Marco e Mario Piga di Palau, Pietro Paolo Virdis di Sindia, Gigi Piras di Selargius e Andrea Cossu di Cagliari.

 

 

Di aneddoti questa storia è zeppa. Come di punti interrogativi. Affascinanti. Era più forte il Cagliari con Riva e Boninsegna nel 1969, o quello senza Bonimba che vinse lo scudetto nel 1970?

 

 

E cosa sarebbe successo nel 2000 se l’allenatore del Cagliari di B Gianfranco Bellotto si fosse portato in Sardegna dal Treviso Luca Toni invece del modesto Beghetto? La casualità, del resto nel calcio, la fa da padrona.

Ricordiamo infatti che per caso Enrico Rocca e Andrea Arrica scelsero come allenatore Enrico “Sandokan” Silvestri, giusto perché il tecnico veneto si propose con una lettera nel 1961 alla società rossoblù.

 

 

Con lui, snocciolati in un paio di stagioni arrivarono Gigi Riva (foto sopra) poi Ricciotti Greatti e Pierluigi Cera. La base su cui si costruì il Cagliari che Scopigno condusse al trionfo nel 1970.

 

Mario Bocchio

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