Fondata nel 1900, il nome della squadra deriva dal nome latino della Prussia, ovvero lo stato in cui si venne eretta la città di Mönchengladbach. Ancora oggi vengono chiamati i prussiani (die Borussen) in alcuni quartieri. Quando la Prussia nella Prima Guerra Mondiale venne annessa alla Germania, il Borussia nel 1920 partecipò al campionato tedesco – il primo disputato dopo la “Grande Guerra” – la cui formula allora prevedeva l’eliminazione diretta e non il classico torneo a punti.
Dopo alcuni anni di magra, il Mönchengladbach torna nella massima serie della cervellotica Oberliga nel 1950. Per un paio d’anni la squadra di
Mönchengladbach fa su e giù in classifica senza vincere nulla, fin quando nel 1960 finalmente mette un trofeo in bacheca, battendo i campioni dell’Hamburg in semifinale e il Karlsruhe per 3-2 in finale.
Questo risultato li porta a diventare la prima squadra tedesca a partecipare alla nuova Coppa delle Coppe nella stagione 1960-’61. L’esordio, tuttavia, non è dei migliori, dato che i tedeschi perdono complessivamente il doppio confronto con i Rangers di Glasgow per 11-0.
Nel 1963, i Gladbach non vengono selezionati per prendere parte alla nuova Bundesliga, ma la società continua a lavorare in maniera infaticabile. Con un budget ristretto a disposizione, il Gladbach si dedica alla ricerca e valorizzazione dei talenti locali, e nel 1963 scova due futuri campioni: il centrocampista offensivo Günter Netzer e l’attaccante Jupp Heynckes, il quale trova subito spazio in prima squadra.
Al tecnico Hennes Weisweiler viene affidata la panchina l’anno successivo per fare esprimere al meglio una squadra la cui età media era di circa 21,5 anni.
Il loro soprannome, i “Puledri” (die Fohlen), gli viene affibiato per via dell’attitudine offensiva della squadra che nel 1965 conquista la promozione in Bundesliga a suon di corsa e gol, e che nel 1968 e 1969 si piazza al terzo posto del campionato tedesco.
Nemmeno il Bayern München era in grado di tenere testa al Mönchengladbach nei suoi anni d’oro; i tedeschi vincono il primo titolo nel 1970 e diventano la prima squadra a confermarsi campione di Germania, vincendo così la Bundesliga per due anni di fila.
Tra il 1975 e il 1977 riescono addirittura a fare meglio, conquistando il titolo per ben tre stagioni di fila. Nel 1973 invece vincono la Coppa di Germania nella celebre partita in cui Netzer entra in campo senza l’autorizzazione di Weisweiler e segna la rete decisiva.
Anche in Europa lasciano il segno. Nella Coppa Uefa del 1973 sfiorano la rimonta nella finale col Liverpool vincendo al ritorno per 2-0 dopo aver perso in Inghilterra per 3-0, mentre nel 1975 conquistano finalmente la Coppa battendo agevolmente il Twente con un complessivo 5-1.
Nel 1977 giungono in finale di Coppa dei Campioni, ma si devono arrendere ancora una volta al Liverpool che vince 3-1 nella finale di Roma.
Nel 1971-’72 l’eliminazione in Coppa Campioni arrivò ad opera dell’Inter.
Nella prima gara tra le due squadre, disputata al Bökelbergstadion il 20 ottobre 1971 e passata agli annali come la Partita della lattina, il Borussia travolse i nerazzurri per 7-1, ma, a causa di una lattina lanciata dagli spalti che colpì al capo Roberto Boninsegna, l’avvocato Peppino Prisco riuscì ad ottenere la ripetizione dell’incontro, nonostante all’epoca le regole Uefa non prevedessero il concetto di responsabilità oggettiva.
Nel 1979, il Mönchengladbach supera lo Crvena Zvezda e vince la seconda Coppa Uefa ma l’anno successivo perde in finale contro i connazionali dell’Eintracht Frankfurt nell’ultima delle cinque finali europee disputate nell’arco di otto stagioni.
Quella sconfitta non è che che l’inizio del lento declino della squadra. Il Bökelbergstadion di Gladbach aveva all’incirca la metà dei posti dell’Olympiastadion del Bayern, e con meno incassi provenienti dalla vendita dei biglietti, rimanere competitivi e lottare per le prime posizioni diventa ogni giorno più difficile. Non a caso nel 1984 non riescono a trattenere un giovane Lothar Matthäus che si trasferisce al Bayern.
Mario Bocchio