È la parte romantica e poetica del calcio. Dietro ai grandi attaccanti delle big ci sono loro, una marea di cannonieri che segnano Gol a grappoli sempre e solo nelle piazze minori del calcio italiano. Grandi con i piccoli, piccoli con i grandi.
Classe ’78, lento e macchinoso ma cinico come pochi, dotato di un destro potente e ottimo tempismo di testa. Spinesi esordisce a 16 anni in D nel Pisa e l’anno successivo l’acquista subito l’Inter.
Ma non gioca neanche un minuto in prima squadra e se ne torna quindi in provincia: Castel di Sangro, Bari, Arezzo e Catania. Ovunque va, gonfia la rete in ogni modo possibile (129 le segnature totali).
Lo spannung della carriera il titolo di capocannoniere in B con 22 gol in 39 presenze ad Arezzo nel 2004-’05, seguito dai 40 centri fra A e B nei 2 anni successivi a Catania.
Si ritira il 29 ottobre del 2009, il giorno dopo aver firmato per il Pescina Valle del Giovenco, “perché non ho più stimoli (…) perché ingannare brave persone, come i dirigenti che mi avevano agganciato, pur di portare a casa uno stipendio?” Ora è titolare della ditta Caffè Spinesi. Lo slogan? “Sai che c’è… io bevo il mio caffè”. Umiltà vera.
Da cosa si riconosce che Spinesi è nato per il gol? Da come calcia i rigori: botta centrale e si va ad esultare.
Lucio Pelliccioni