Alessandria-Alba: il treno per una storica Serie C
Set 27, 2024


Dopo l’ultima stagione disastrosa la vecchia Alessandria di fatto non c’è più, surrogata da un nuovo sodalizio che si chiama “Forza e Coraggio”, per evocare i tempi eroici ripartendo dal basso.

E proprio il campionato di Promozione piemontese ripropone la sfida tra Alessandria e Albese, che aveva caratterizzato parte degli anni Settanta.

Tre storici giocatori dell’Alessandria hanno scritto pagine importanti nella capitale delle Langhe come allenatori: Mario Pietruzzi, sul finire degli anni Sessanta, Carlo Tagnin, agli inizi degli anni Settanta, e Amilcare Ferretti.

Carlo Tagnin nell’Albese con il portiere Giuliano Manfredi

Domenica 18 maggio 1975 è una data che resta e resterà per sempre nel cuore di Alba e degli albesi.

Quel giorno, infatti, nonostante un ko in trasferta sul campo del Sestri Levante, l’Albese di mister Ferretti centrava lo storico “salto” in Serie C. Una promozione storica, perché dal secondo dopoguerra per la prima volta una squadra della Granda riusciva in quest’impresa (il Cuneo giocò in Serie C subito dopo il 1945, ma era stato ammesso di fatto “d’ufficio” quando ancora le categorie nazionali erano in via di definizione).

Quel trionfo dell’Albese ancora oggi fa venire gli occhi lucidi a chi lo visse. Di quell’impresa fu artefice primo un uomo che al calcio aveva già dato tanto nelle vesti di giocatore: l’alessandrino Amilcare Ferretti detto Mirko, ex di Como, Catania, Fiorentina, Torino e Alessandria, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. Insieme a Ferretti c’era anche il direttore sportivo Giambattista Moschino, che da calciatore vestì le maglie di Torino e Lazio.

Gli artefici del trionfo del 1975. Da sinistra, i dirigenti Saglietti e Moschino, mister Ferretti e il presidente Barberis

Classe 1935, Amilcare ha poi dedicato una vita al calcio, sia come allenatore  che come osservatore e figura di spicco all’interno di importanti settori giovanili, quali quelli di Milan, Bologna e Torino.

All’Albese visse tre anni meravigliosi. I dirigenti erano pochi ma buoni, bravi a mettere la squadra nelle condizioni ideali per lavorare al meglio. Ferretti e i giocatori ebbero il merito di dare entusiasmo a un ambiente che stravedeva per il pallone elastico, facendolo vivere per il calcio tanto da riempire prima il Coppino e poi lo stadio di Cinzano. Fu tutto bellissimo.

L’ingresso in campo di Albese-Asti il 25 maggio 1975. Capitan Martinelli guida la fila, accompagnato dal figlio, mascotte nel giorno della festa promozione.

Ma che squadra era quella?

“Una formazione ben bilanciata, nella quale si fondevano alla perfezione gioventù in crescita ed esperienza di alcuni ragazzi che, seppur giovanissimi, sapevano già come si giocavano certi campionati. E poi, fortunatamente gli attaccanti segnavano sempre: quell’anno Lorenzo Gobetti ne fece 19 e ci diede una grossa mano” ricorda Mirko.

“Tutti capirono in quale contesto erano finiti e si adattarono al meglio. Si creò un gruppo granitico, tanto che ancora oggi spesso si trovano per ricordare e sono felice che molte volte invitino anche me”.

Ricordi di un’esperienza lontana ormai 49 anni.

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