Ci sono dei giocatori che, nell’ immaginario blucerchiato, hanno un peso specifico che trova solo spiegazione nel grande feeling che si crea con la parte più sanguigna della tifoseria.
È questo il caso di un genovese e sampdoriano doc, come Roberto Romei. “Picchia Romei“ è stata una delle hit più in voga della gradinata Sud, al pari di “Nello Santin in nazionale” o “Luca Vialli…” con quello che ne consegue.
Genovese, classe 1957, pareva aver costruito una strada in discesa dopo l’esordio in serie A il 18 maggio 1975. Terminò 3-4 in favore degli ospiti gigliati. Porte chiuse per lui nel campionato successivo. D’obbligo trovargli, nell’ottobre 1976, una collocazione che è il prestito all’Alessandria in serie C per poi transitare da Pistoia salendo di una categoria.
È il 1978 quando “Picchia” Romei torna a casa. È uno di quei giocatori che i tifosi vorrebbero vedere sempre in campo, un po’ meno Paolo Mantovani che non ne apprezza l’eccessiva animosità. Ci si ricorda delle carezze con gli scarpini alle terga di tal Romiti, di professione centravanti della Sambenedettese, scendendo i gradini del vecchio ingresso sotto la Sud.
L’ovazione fece schizzare alle stelle l’applausometro da stadio, di contro non giocò a favore per quanto riguardava il suo chilometraggio in blucerchiato. Percorso che, infatti, si fermò a 49 presenze con annesse 4 reti che non erano cosa sconosciuta al suo piede neppure tanto malvagio ad una prima disamina critica.
Poca temperanza ma anche una certa dose di sfortuna, sotto forma di infortuni, accompagnano la sua carriera anche dopo il trasferimento dalla Samp al Pescara nel 1980. Non gli valgono le tre reti segnate il campionato precedente: con il Monza segna addirittura su azione personale e arrivano anche le reti con la Sambenedettese e la Spal. Le sue volate sulla fascia con conseguente cross si sposano con i sospiri e gli applausi della gradinata.
Alla fine si deve arrendere agli infortuni e torna a Genova, dove oggi è un affermato artigiano e opinionista tv. Se chiedete ad un sampdoriano che non lo ha visto giocare non chiedetegli di Roberto ma parlategli di “Picchia Romei”: così vi capirà.