Cento anni fa, la nazionale uruguaiana aspirava a diventare la prima potenza calcistica mondiale. Per raggiungere questo obiettivo, partecipò insieme ad altre 21 squadre a Parigi al primo vero tornei olimpico di calcio organizzati dalla FIFA, con l’intento di vincere l’oro.
José Leandro Andrade e Pedro Petrone
Gli uruguaiani, che avevano vinto quattro s competizione, avevano una squadra da sogno. José Andrade, Héctor Castro, Pedro Cea, José Nasazzi e Héctor Scarone hanno brillato sui campi da gioco del continente americano prima di arrivare in Europa e dare libero sfogo al loro talento in amichevoli, giocando interamente in Spagna contro squadre di questo paese, che hanno ha permesso loro di pagare il viaggio ai Giochi.
In Francia, la squadra di Ernesto Figoli ha battuto la Jugoslavia, gli Stati Uniti, la Francia e l’Olanda nel cammino verso la finale, dove ha superato la Svizzera 3-0 davanti a 40.000 persone.
“Ci è sembrata una bugia – ha sempre commentato Cea – Quando abbiamo visto quella nostra bandiera enorme alzata, tra gli svizzeri e gli olandesi, e alzata, alzata, fino ad essere più alta di tutti gli altri, abbiamo pensato che avevamo fatto qualcosa di grande”.
La ditta farmaceutica tedesca Bayer scelse le due vittorie olimpiche dell’Uruguay per pubblicizzare la Cafiaspirina
Le stelle sudamericane tornarono ai Giochi quattro anni dopo con lo stesso obiettivo: alzare ancora una volta la loro bandiera sopra le altre, questa volta ad Amsterdam. Scarone e Petrone formavano il duo che guidava la squadra. In ogni partita dei Giochi uno dei due segnava; il tutto in un’impresa culminata nell’emozionante finale contro l’Argentina, nella quale l’Uruguay vinse 2-1.
Prima dell’inizio del torneo, il Congresso FIFA votò a favore dell’organizzazione della Coppa del Mondo nel 1930, che sarebbe diventata la massima competizione calcistica internazionale.
L’Uruguay, ancora con la maggioranza dei giocatori che avevano vinto due volte l’oro olimpico, organizzò l’edizione inaugurale e salì sul primo gradino del podio dopo aver battuto nuovamente l’Argentina in finale.
Con questa vittoria gli uruguaiani furono incoronati re indiscussi del calcio mondiale.
Mario Bocchio
– continua –