Se andiamo a sfogliare i vecchi album di figurine Panini nelle diverse annate, possiamo scoprire che le storie dei giocatori del secolo scorso spesso si sono incrociate nei vari stadi. A volte lo possiamo capire ammirando le foto ufficiali delle formazioni, oppure esaminando le istantanee delle azioni di gioco scattate da fotoreporter accreditati sul campo e raccolte dentro le scatole di latta da qualche amico veterano. È questo il caso del nostro ex capitano rossonero del Thiene, Gino Sardei, scomparso una calda estate del 2014, il 27 agosto.
Lo scorso anno, il 6 ottobre del 2017, se n’è andato anche il numero Uno di Valdagno, Roberto Anzolin, grande portiere della Juve. Una foto in particolare ritrae i due antagonisti mentre saltano in elevazione verso il cielo per contendersi la sfera durante una gara.
Un’immagine che ben rappresenta quella che fu, con l’avvento del boom economico, l’epopea calcistica della nostra giovinezza
Nel campionato di Serie B annata 1960-’61 Luigi Sardei, detto Gino, era diventato la mezzala granata della Reggiana rivelazione, squadra allenata dal “Seminatore d’oro” Luigi Del Grosso. Roberto Anzolin, invece, giovane portiere in ascesa detto “il gatto” o “la zanzara”, proveniente dal Marzotto, difendeva con bravura per il secondo anno consecutivo i legni del Palermo. Entrambe le forti formazioni cadette puntavano decise al primato contendendosi punto su punto la classifica al fine di raggiungere l’agognata massima Serie.
Nei due combattuti scontri diretti, la posta fu equamente divisa tra le due compagini con un pareggio per 3 a 3 allo stadio “Mirabello” di Reggio Emilia (16 ottobre 1960) e nel ritorno (26 febbraio 1961) con l’identico risultato di 3 a 3 allo stadio “La Favorita” nel capoluogo siculo. Il 24enne Sardei che al conterraneo Anzolin aveva già segnato un gol nella partita d’andata, in quella di ritorno si trovò solo davanti al portiere di Valdagno il quale dovette soccombere al rasoterra a fil di palo di Gino che pareggiò una gara che per la Reggiana sembrava persa.
Proprio così! Nelle due partite Sardei segnò 2 reti ai palermitani, nonostante la bravura del portiere avversario. Abilità dell’estremo difensore 23enne vicentino in rosanero che non sfuggì però alla “vecchia signora”, la quale lo andò poi ad acquistare in cambio di Tarcisio Burgnich, il prestito di Carlo Mattrel e Rune Bӧrjesson, più 100 milioni di lire come contropartita in moneta sonante. Il Palermo in quel campionato si classificò al terzo posto (migliore difesa) e fu promosso in Serie A, mentre la Reggiana ( miglior attacco) giunse solo quarta rimanendo in Serie B. Gino Sardei, che da centrocampista aveva segnato ben 15 gol, durante la torrida estate del calcio mercato fu conteso tra Juventus, Internazionale e Mantova.
Le trattative sembravano giunte a buon punto, poiché la società bianconera e neroazzurra puntavano a offrire circa 60 milioni di lire per il terzino Vittorio Calvani e 70 per Gino Sardei. A sorpresa spuntò all’ultimo minuto il Palermo, outsider matricola di Serie A, che memore del campionato disputato precedentemente dai due reggiani, giocando al rialzo, ingaggiò entrambi i giocatori per una cifra maggiore. All’aeroporto di Punta Raisi, assieme a Sardei e Calvani , per irrobustire la squadra, sbarcarono il turco Metin Oktay dal Galatasaray e dallo Sporting Lisbona il brasiliano Josè Fernando Puglia. Dalla vendita di Anzolin alla Juve, come avevo già accennato prima, giunsero a Palermo, Mattrel, Burgnich e Bӧrjesson.
Non mi sembra che i due nostri giocatori vicentini, Sardei e Anzolin, s’incontrarono poi sul terreno della Serie A nel campionato successivo, anche perché Gino a causa di problemi fisici giocò solo 7 gare con i siciliani e l’annata successiva si trasferì in Serie B a Bari per poi stabilirsi a Catanzaro per ben sei stagioni dove divenne giocatore cardine e capitano delle “aquile” giallorosse calabresi.
A me rimane il ricordo fissato del loro primo incontro in tre fotografie di Reggiana-Palermo; partita di un lontano passato remoto con cui esternare la mia riflessione. Un racconto nostalgico al di sopra di quello agonistico, quando le esistenze di Roberto e Gino s’incrociarono in due stadi diversi e sotto lo stesso cielo in quei 180 minuti di gioco. Ed è intuibile come il destino prenda sempre il sopravento su ogni singola storia. Gino Sardei per un soffio non indossò la tanto amata maglia della zebra.
La sua carriera, giocando con la casacca del cuore, avrebbe preso un’altra strada? Sarebbe stato maggiormente seguito nel recupero dal malanno fisico che lo penalizzò a Palermo? Possiamo solo fare delle ipotesi su di un giocatore che aveva buoni piedi argentini. Quello che posso affermare realmente è che sono forse uno dei pochi testimoni che ha avuto l’opportunità di ascoltare dalla viva voce di Gino il rammarico di non essere approdato nel club bianconero, paradossalmente, per aver segnato 2 gol di troppo all’avversario.
Due reti fatali segnate al Palermo che per questo lo volle a tutti i costi tra le sue fila, forse stravolgendone la carriera. Una storia questa appena letta, rimasta nell’oblio per quasi 58 anni e vissuta in prima persona dai protagonisti che a quei tempi erano giovani calciatori pieni di speranze. Ebbene oggi, ricordando il calcio di una volta, voglio onorare entrambi gli scomparsi con l’animo lieve del recuperante di memorie condividendo con voi queste foto e l’inedita piccolissima storia.
Giuseppe (Joe) Bonato