Era il “Pelé bianco”, come lo soprannominò il quotidiano sportivo “Corriere dello Sport” nel 1972. I media ogni volta che parlano di lui elencano meticolosamente i suoi successi e le sue scappatelle, sottolineando i suoi meriti fuori dal campo come manager, uomo d’affari, commentatore televisivo, ecc. Gli è stata dedicata una mostra speciale al Mönchengladbach, il suo club natale, e i tifosi del Grasshopper lo ricordano in Svizzera come “bei vecchi tempi” quando stelle come lui, campione d’Europa nel 1972 e campione del mondo nel 1974, erano tra le fila delle Cavallette e creavano uno spettacolo calcistico. Anche se non ha vinto un titolo con i Grasshoppers e la squadra ha avuto difficoltà a masticare quella stagione, ha comunque lasciato il segno.
Günter Netzer, il biondo alto, uno dei migliori centrocampisti, ha plasmato molte partite della sua squadra con i suoi passaggi lunghi. Ha giocato per dieci anni nel suo club giovanile, il Borussia Mönchengladbach. Con lui i “Monks” furono promossi dalla lega regionale alla Bundesliga nel 1965, conquistando due scudetti e una vittoria di coppa. Günter Netzer, la prima pop star del calcio tedesco, è stato successivamente votato due volte calciatore tedesco dell’anno prima di trasferirsi al Real Madrid nel 1973. Anche lì, con il suo talento e le sue prestazioni, contribuì agli scudetti nel 1975 e 1976 e alla vittoria della coppa nel 1974 e 1975. Nel 1976 seguì una piccola sensazione: Günter Netzer arrivò all’Hardturm in un momento in cui la squadra nella classifica generale del campionato era (ancora una volta) in subbuglio. La guida era stata affidata al nuovo allenatore Helmuth Johannsen, che aveva le migliori credenziali della Bundesliga.
La squadra attendeva con ansia il successo in campionato, che mancava dal 1971: dovette essere ricostruita e fu necessario sostituire giocatori di valore come Grahn, Barberis e Santrac. vennero introdotti giovani talenti e per raggiungere la stabilità servivano anche giocatori esperti. Solo persone come Günter Netzer. Karl Oberholzer, presidente esecutivo di lunga data, ha fatto visita a Netzer, che era dell’idea di ritirarsi dal calcio giocato, a Madrid, e gli ha fatto un’offerta. Il fatto che sia riuscito a fare un’offerta a una star mondiale è dovuto al fatto che a quel tempo nel suo ambiente c’erano ancora abbastanza soldi per potersi permettere l’una o l’altra stella. L’intelligente volpe Oberholzer, anche lui un bon vivant (amava gli abiti insoliti e le auto veloci, possedeva una discoteca, ecc.), fece conoscere a Netzer la città di Zurigo e i suoi vantaggi.
Il “biondo alto” ha così vestito la maglia del Grasshopper nella stagione 1976-‘77. Ha fatto il suo debutto nell’amichevole il 31 luglio 1976 contro gli Offenbacher Kickers. Poi, all’inizio della stagione in agosto contro lo Young Boys, ha attirato 25.000 spettatori allo stadio; con disappunto del cassiere del Grasshopper, questa partita non si è svolta all’Hardturm di Zurigo, ma al Wankdorf. Il calcio svizzero ha avuto un debole per la stella, che purtroppo ha collezionato solo 26 presenze durante la stagione a causa di vari infortuni nell’autunno della sua carriera calcistica, in cui ha segnato tre gol.
L’ultima stagione nella carriera di Netzer, a Zurigo nel Grasshopper
E in quella stagione di consolidamento, i Grasshoppers stavano ancora attraversando momenti di ansia riguardo alla loro idoneità a partecipare alla fase finale. Era necessario almeno il sesto posto in classifica, per il quale gareggiavano con il Lausanne-Sport. Alla fine entrambe le squadre erano a pari punti, quindi la differenza reti doveva decidere. Questo vantaggio apparteneva ai Grasshoppers, che alla fine hanno concluso la stagione al quarto posto. Oltre a Netzer hanno contribuito a questo anche giocatori famosi come Berbig, Gross, Th. Niggl, Richi Bauer, Wehrli, Ponte, Bigi Meyer e Sulser.
Successo anche fuori dal campo
Un anno dopo, i Grasshoppers vinsero il loro 17esimo titolo. Ma Günter Netzer non c’era più, aveva concluso la sua carriera da giocatore e aveva assunto la carica di allenatore ad Amburgo, all’HSV.
Ma Netzer può affermare di aver pienamente soddisfatto le aspettative riposte su di lui dalla direzione del club elvetico. La stella si è messa al servizio della squadra senza troppe arie e ha sempre avuto voglia di far crescere i giovani. Günter Netzer si sentiva molto a suo agio nella squadra e vicino al campo di calcio di Zurigo, così anni dopo decise di tornare nella città sulla Limmat. Ancora oggi si gode la vita sul Lago di Zurigo con la moglie. A parte qualche segno di usura, gode di buona salute.
Mario Bocchio