Un altro “numero1”, Lino Nobili, è stato uno dei portieri più straordinari che l’Alessandria abbia mai avuto, ma aveva un punto debole, il ginocchio, che gli causava spesso problemi, soprattutto negli ultimi anni della carriera.
A volte era davvero stoico e giocava in condizioni precarie, ma in altre circostanze accentuava i suoi guai e si creava un alibi quando beccava un gol. Un siparietto simpatico accadde a Napoli nella partita del campionato di serie B 1964-‘65 che si disputò la mattina per permettere ai partenopei di festeggiare al pomeriggio la ricorrenza di Piedigrotta.
L’Alessandria passò in svantaggio all’inizio della ripresa, poi pareggiò con Bettini. Ad un paio di minuti dal termine il brasiliano Canè prese palla e sparò un siluro da almeno 25 metri. Nobili si tuffò in ritardo, la palla diede l’illusione del gol ma scheggiò solo la traversa.
Tuttavia il boato del pubblico di casa aveva tratto in inganno Nobili: credendo di essere stato battuto, si rotolò a terra in preda al dolore per far capire che il problema al ginocchio gli aveva impedito di salvare la porta.