Marco Calonaci è uno dei protagonisti che hanno indossato la maglia dell’Empoli negli anni Ottanta. Nato calcisticamente con gli azzurri, centrocampista classe 1963, per lui 23 presenze nella stagione 1980-‘81 con la maglia azzurra. Successivamente il passaggio alla Sampdoria, prima di tornare proprio ad Empoli dove è rimasto fino al 1988 partecipando alla grande scalata in serie A. Successivamente lascia gli azzurri in seguito ad un grave scontro di gioco. Poi la sua carriera si dipana attraverso le esperienze di Modena, Casarano, Grassina, Scandicci e Real Cerretese.
Cosa ha rappresentato Empoli per te?
“È stato molto importante visto che ci ho giocato per 12 anni, da quando ne avevo 13 fino a 25. Quindi ti dico che parlare di esperienza è riduttivo, è stata una parte importante della mia carriera, logico che ci abbia lasciato il cuore. Ho vissuto tutta la scalata le promozioni in serie B e quella storica nella massima serie, insieme a quel fantastico gruppo. È logico che tutto questo mi abbia dato tanto”.
L’allenatore con cui sei rimasto maggiormente legato?
“Sembrerà banale ma nel mio percorso tutti gli allenatori sono stati importanti, ma se dovessi fare un nome direi sicuramente Giampiero Vitali, è stato importante perchè mi ha dato fiducia all’inizio della mia carriera e per quanto mi ha dato a livello umano. Eravamo a fine anni 70′, allora l’Empoli otteneva salvezze all’ultima giornata, poi a partire dalla stagione 1982-‘83 le cose sono cambiate è stata costruita una buona squadra raggiungendo la promozione in serie B, qualcosa di insperato che fu festeggiato a lungo. Successivamente arrivò addirittura la serie A e la nostra prima avventura in massima serie“
Sulle figurine “Panini”
Hai parlato della serie A, parliamo dell’esordio a Firenze con l’Inter, ti ricordi le emozioni vissute?
”Come no? C’era grande tensione, ci si legava le scarpe e come a me anche ai miei compagni tremavano le gambe, si sentiva il rumore dei tacchetti. Poi quando si entrò in campo davanti ad una cornice di pubblico incredibile si riuscì a dare tutto e battere una corazzata come L’Inter. Si riuscì a salvarci vincendo a Como in contemporanea con la vittoria della Juventus ai danni del Brescia“.
Poi arrivò l’addio con la maglia azzurra
” L’anno successivo si retrocesse, io però giocai solo una parte della stagione fino a Cesena, dove in seguito ad uno scontro con un avversario mi si fermò per qualche attimo il cuore. Quando mi sono ristabilito non potevo giocare non avendo l’idoneità a riprendere l’attività agonistica. La mia carriera è proseguita a Modena dove ho vinto un campionato, poi una volta terminata la carriera ho allenato per alcune stagioni squadre dilettanti del comprensorio“.