L’Associazione Calcio Trento nacque nel 1921 dalla fusione tra l’Unione Ginnastica Trento e la Sport Pedestre, rinominata in seguito Pro Trento.
Nei successivi anni la squadra cominciò a giocare le sue partite casalinghe allo stadio “Briamasco”, inizialmente chiamato “Stadium” ma gli anni furono travagliati, nel 1929 si passò alla denominazione di Associazione Sportiva Trento e l’adozione del giallo e del blu come colori sociali.
Gli anni ’30 furono contraddistinti dai primi successi e dai primi derby con il Bolzano. Dal ’36 al ’37 vi fu un periodo d’inattività per il Trento che rinacque nuovamente con il nome di Associazione Calcio Trento e partecipò alla serie C nelle annate 1939-’40 e successivamente 1941-’42 e 1942-’43 con la denominazione di Trento Caproni.
Durante il periodo bellico il Trento cambiò nuovamente nome in A.C Trento-Caproni in onore della fabbrica d’aerei locale per poi, dopo la fine della seconda guerra mondiale, riprendere il nome originario.
Figurine “Panini”: il Trento 1972-’73
La stagione 1950-’51 coincise con il ritorno in serie C, gioia destinata a durare solo un’annata cui seguirono diversi campionati nell’allora IVa serie. L’avvento di Ito Del Favero alla presidenza del Trento nel 1959, e successivamente quello di Giorgio Grigolli alla vicepresidenza, diedero nuova linfa ai colori gialloblù fino alla conquista della serie C al termine della stagione 1969-’70 grazie alla vittoria nell’ultima giornata firmata da Scali e Babbo contro il Castelfranco Veneto.
Dopo sei stagioni di permanenza in serie C, il Trento retrocedette in D e la dirigenza affidò la panchina a Mario David ce, dopo un solo anno, riportò gli aquilotti in serie C grazie anche a giocatori come Piergiorgio Lutterotti, una degli uomini simbolo dei colori gialloblù.
Nel ’78-’79 il Trento retrocesse nella neonata serie C2 ma, l’anno successivo, grazie all’arrivo di Bruno Baveni sulla panchina aquilotta, il Trento dei vari Lutterotti, Daldosso, Ioriatti, Andreatta e Telch conquistò la promozione in C1 dopo lo spareggio vinto ai calci di rigore con il Padova.
I primi anni ’80 del Trento furono caratterizzati da dignitosi piazzamenti in C1 ma, nel 1984, arrivò un’inaspettata retrocessione in C2. L’anno successivo, grazie all’arrivo di giocatori come Marchetti, Castioni, e il ritorno in gialloblù di Lutterotti, Domenicali e Baveni in panchina, il Trento fu protagonista di un’esaltante rimonta culminata con la vittoria allo spareggio contro i bresciani dell’Ospitaletto imponendosi ancora una volta ai calci di rigore grazie alle parate di Mair.
Foto a fianco: Walter Daldosso, il campione del Trento chiamato Sandokan e Locomotiva
Dopo l’ottima annata del 1986-’87, per il Trento iniziò un lungo periodo di declino che vide la società fallire per ben due volte e retrocedere fino alla serie D. Le poche gioie sono legate alle due promozioni in C2 rispettivamente nel 1998 e nel 2001.
L’ultimo decennio del Trento è stato caratterizzato da una lunga serie di fallimenti sportivi e societari con diversi cambi di proprietà e denominazione toccando il punto più basso con la gestione Belfanti che può contare una promozione dall’Eccellenza alla serie D ma anche la doppia retrocessione, nel giro di due stagioni dalla serie D alla Promozione e il fallimento societario avvenuto il 12 maggio 2014. Poi nel 2021 il ritorno in C.
Figurine “Panini”: il Trento 1981-’82
Foto a fianco: Beppe Signori nel Trento 1987-’88.
Sotto: Francesco Toldo, portiere del Trento 1991-’92
Il 26 giugno 2014, un pool di 33 soci trentini, guidati dall’imprenditore Mauro Giacca, fonda la cooperativa dilettantistica Ac Trento rilevando la società all’asta fallimentare e iniziando una nuova avventura.