William Poths era un marinaio, impiegato nella sede napoletana della Cunard Line, la più prestigiosa compagnia di navigazione britannica. Era anche un calciatore dilettante e, come tanti altri suoi connazionali trasferiti all’estero, aveva avuto l’intuizione di importare il suo amato sport nel paese che lo ospitava. A lui si deve infatti la nascita del primo club calcistico partenopeo, il Naples Foot-ball club.
La tradizione – come ricorda Simone Galli – vuole che la decisione di fondare il Naples sia stata presa nel corso di una riunione tenutasi in una pizzeria di via San Severino 43, di proprietà di tale Guglielmo Matacena, a cui avrebbero partecipato, oltre a Poths, anche il genovese Hector Bayron e i napoletani Conforti, Salsi e Catterina. Inizialmente la squadra si sviluppò come sezione calcistica del Real Club Canottieri Italia, un club di canottaggio fondato nel 1899. Poi, qualche anno più tardi, se ne distaccò.
La divisa della squadra era a strisce verticali celesti e azzurre – un riferimento a o’ ciel e o’ mar – con pantaloncini neri. Le prime partite vennero disputate senza troppa regolarità e in diversi campi da gioco improvvisati. Ma qualche mese dopo la dirigenza trovò un luogo fisso, il campo dei Bagnoli in via Campegna. Nel 1906 il Naples fu la prima società del Sud Italia ad affiliarsi alla FIF, la Federcalcio dell’epoca, ma abbandonò l’idea di partecipare al campionato a causa delle difficoltà di affrontare le trasferte al Nord.
Negli anni successivi il Naples partecipò a diverse competizioni, anche prestigiose, come la Coppa Lipton (riservata a formazioni della Campania e della Sicilia) e la Coppa Salsi (creata dall’omonimo presidente del Naples, a cui partecipavano formazioni del Lazio e della Campania). Ma soprattutto fu una delle società che presero parte al primo campionato campano di Terza Categoria, istituito dalla FIF per soddisfare le richieste di un campionato regionale senza costi eccessivi. Il Naples lo vinse due volte dal 1907 al 1909.
Ma nel 1911 avvenne un vero e proprio terremoto all’interno del club: i calciatori di origine straniera se ne andarono in blocco per fondare una nuova squadra, l’Unione Sportiva Internazionale. Questa scissione provocò un immediato indebolimento della rosa – che a dispetto del nome inglese era ormai quasi esclusivamente formata da italiani – ma non abbatté la dirigenza del Naples, che risolse la situazione ingaggiando molti giocatori della Juventus di Napoli, formazione che nel frattempo si era sciolta.
Nel 1912 la FIF approvò l’ammissione delle squadre del Centro-Sud al campionato di Prima Categoria. E il Naples, che aveva vinto il proprio girone eliminatorio campano, andò vicinissimo a conquistare il titolo, facendosi beffare dalla Lazio in finale. Fu, per così dire, l’ultimo squillo di rilievo della squadra partenopea.
Nel dopoguerra la situazione si fece difficile e il Naples non riuscì a bissare i risultati ottenuti nel primo decennio del Novecento. Nel 1922, per ragioni finanziarie, si fondò con l’Internazionale dando vita al Foot-ball Club Internazionale-Naples, oggi conosciuto come FBC Internaples.
Fonte: Mondo Sportivo