Prosegue la rubrica “Anni da bere” – una lettura particolare di quel calcio che ci piaceva tanto attraverso le maglie dei protagonisti – con la seconda divisa del Campobasso nella stagione 1984-’85.
Il completo è quello indossato da Carlo Perrone.
Si tratta di una maglia molto rara – ci ricorda Ciro Cassaneti – Lo sponsor tecnico è la griffe storica per gli Anni’80, NR, e lo sponsor commerciale è Pasta La Molisana, azienda locale ma famosa a livello nazionale. Il marchio è stampato sul davanti. Sulla schiena il n.9 è cucito ed è di colore rosso.
La casacca è a manica corta grigia con collo e polsini rossoblù, come anche le strisce cucite sul davanti.
Era il 27 marzo 1985, al Comunale di Torino il Campobasso scese in campo con la formazione storica. Undici giocatori che sono rimasti indelebili nella memoria dei campobassani. Ciappi tra i pali, Anzivino, Trevisan, Maestripieri, Progna, Della Pietra, Perrone, Pivotto, Ugolotti, Goretti e Tacchi. Allenatore Mazzia. Manca un nome, quello di Michele Scorrano, capitano di una città prima che della sua squadra, il numero 2 del Campobasso, in quell’anno, aveva già lasciato la fascia di capitano, ma questa è un’altra storia.
Tornando a quella giornata di fine febbraio la cosa che ci ha stupiti è il non aver trovato documenti fotografici, o anche articoli di giornale, che dessero il giusto valore a quella partita di ritorno della Coppa Italia. Un solo video testimonia la seconda gara degli ottavi, un video che viene utilizzato dai blog bianconeri per lo più.
A Campobasso, invece, quel ritorno di Coppa non ha ricevuto la gloria delle pagine di storia. Sui gradoni del Comunale c’erano i molisani emigrati in Piemonte per lavoro. Torino era distante e i mezzi erano quelli che erano, così tutta Campobasso stette con le orecchie vicino alle radio. Il vantaggio maturato al Romagnoli era davvero irrisorio per una partita da 180 minuti, per di più contro la squadra più forte del mondo.
Molti si aspettavano che i rossoblù si rinchiudessero in difesa per mantenere il più tempo possibile quel minimo vantaggio, invece quel Campobasso, lontano dagli occhi e dalle voci della propria gente, entrò in campo a testa alta, senza nessun timore né paura di giocarsi quella partita. Nei primi 20 minuti i lupi riuscirono a bloccare le tante avanzate dei bianconeri, che sembravano imbarazzati da quel risultato ancora a loro sfavorevole, poi arrivò il 22’ minuto e il calcio italiano, ancora una volta, dovette chinare il capo difronte a quegli uomini tutto cuore e muscoli con la casacca tinta di rosso e blu.
Gol del Campobasso. Gol di Perrone, Juventus 0 Campobasso 1. Ancora una volta, la piccola squadra di provincia che lotta in serie B per non retrocedere, fa scuotere il capo a Cabrini, Scirea, Platini, Paolo Rossi e gli altri. Nelle case di Campobasso di nuovo la frenesia e l’adrenalina scorreva negli occhi della gente. Anche a Campobasso la storia del calcio, per un attimo, pare che si sia fermata, giusto il tempo di vedere la gioia esclamata a squarciagola nelle cucine, nei bar, nelle automobili adibite a salotti. Il tempo di guardarsi intorno e pensare, sta succedendo davvero, sta succedendo a noi.
Chi sa come è stata l’esultanza a quel gol, sarebbe stato divertente immortalare le espressioni dei campioni della Juventus quando, per la seconda volta contro quella piccola squadra molisana, dovettero recuperare il pallone da dentro la porta. Eppure, di quel momento, non ci è rimasto nulla.
Nel breve video che si trova su internet c’è la sintesi di tutta la partita. Nell’immaginario collettivo dei campobassani più della rete di Ugolotti, quel gol di Perrone segnato a 800 chilometri di distanza dal Romagnoli, ha un significato più forte, rappresenta forse più di tutti il gol che avvicinò i molisani all’immortalità del calcio italiano.
Questo è il motivo cheha spinto Andrea Vertolo a cercare personalmente l’autore di quel gol, l’unico che probabilmente ha ben impresso nella sua memoria tutte le sfaccettature di quel momento.