Lo soprannominavano «El Verdugo» perché Pedro Virgilio Rocha Franchetti nel suo ruolo di attaccante era un «boia» che dava poche speranze ai portieri avversari. Per i tifosi del Peñarol – club che mutua il nome da un quartiere di Montevideo in passato terra di tanti piemontesi originari di Pinerolo – era un idolo al punto che quando morì nel 2013 a 71 anni il 3 dicembre – un giorno dopo il suo compleanno – il club lo immortalò per sempre in un murales assieme a quello di tanti altri grandi ex gialloneri che orna la sede dei Carboneros.
Quasi normale per un calciatore che in carriera disputò con la Celeste uruguaiana 4 Mondiali, vinse 3 Libertadores (l’equivalente della Champions League), una Copa América (il nostro campionato europeo per nazioni) e innumerevoli titoli nazionali in Uruguay e Brasile dove fu protagonista col San Paolo incrociando i tacchetti con un Pelé alla fine della sua carriera. Quasi nessuno sa però che Pedro Virgilio Rocha Franchetti ha origini italiane che affondano radici nella provincia di Alessandria da dove alcuni suoi trisavoli partirono a fine ‘800 per cercare fortuna in Sudamerica.
«Sono appassionato di calcio e genealogia e per diletto sto ricostruendo i due rami, materno e paterno, della mia famiglia; fra i miei parenti lontani c’era anche Pedro Virgilio Rocha. Dopo qualche ricerca ho scoperto che i suoi bisnonni erano originari di Garbagna e Voltaggio», spiega dall’Uruguay Ariel Lopez Silva che con un lavoro meticoloso e grazie all’appoggio italiano di alcuni appassionati ha ricostruito in parte le sue origini e per riflesso del grande campione sudamericano.
I mezzi di comunicazione del secondo millennio permettono di accorciare le distanze e Lopez Silva con un post su gruppi Facebook dei due borghi ha ricevuto l’aiuto degli abitanti di Garbagna mentre spera di ottenere altrettanto da Voltaggio. Fra chi gestisce il gruppo social «Garbagna racconta», Nadia Fantone ha supportato la ricerca di Ariel Lopez Silva: «Rileggendo i registri parrocchiali abbiamo scoperto che in effetti che il Giovanni Battista Bastita trisavolo di Rocha Franchetti era originario della omonima frazione. Sposò qui Rosa Bottaro, originaria di Voltaggio e poi partì per l’America a fine ‘800 coi figli e la moglie. Fra i nostri anziani, nessuno lo ricordava perché forse apparteneva a un ramo di famiglia emigrato quasi interamente anche se una sorella di Giobatta Bastita si sposò qui e i suoi eredi vivono oggi a Borghetto».
La ricerca di Lopez Silva però non si è limitata solo al ramo paterno della discendenza ma anche a quello materno, in linea con il mondo latino e spagnolo in particolare dove le ricostruzioni familiari coinvolgono entrambi i genitori.
Poco tempo fa, Lopez Silva ha postato sul gruppo social «Sei di Voltaggio se» un messaggio per recuperare le origini di Rosa Bottaro che sposò il trisavolo del grande calciatore uruguayano Rocha Franchetti nel 1847. Un lavoro lungo e di ricerca che nel borgo della Val Lemme è solo all’inizio ma su cui Ariel Lopez Silva ripone speranze perché le sue due passioni, calcio e genealogia, vanno a braccetto e gli permettono di riscoprire le sue origini italiane, al pari di tanti altri.
Si calcola che in Uruguay l’88% dei 3,5 milioni di abitanti abbia origine europee e fra questi la metà ha sangue italiano con una forte percentuale piemontese. Salto, il paese dove è nato Pedro Virgilio Rocha Franchetti, avrebbe avuto fra i fondatori proprio Giobatta Bastita da Garbagna. Da appassionato di storia e di origini, Ariel Lopez Silva ha un’altra sorpresa: «Fra i calciatori in attività c’è Edinson Cavani, anche lui nato a Salto come Rocha Franchetti. El Matador – oggi al Manchester United ma con trascorsi calcistici italiani al Napoli e al Palermo – ha un procuratore che è anche il suo fratellastro. Walter Guglielmone in gioventù fu anche un buon calciatore ma anche il manager di Cavani ha origini alessandrine e in particolare valborberine perché alcuni suoi trisavoli erano originari di Roccaforte e Vergagni».
Maurizio Iappini
Articolo pubblicato su “La Stampa” edizione di Alessandria