Quella del 1980 è l’estate italiana dal punto di vista calcistico, è una stagione che ha voglia di ricominciare da capo dopo il terremoto del calcioscommesse che tre mesi prima ha sconquassato gran parte del movimento. Che si giochino gli Europei per nazioni nel mese di giugno, per la gente, siamo quasi ai limiti della noncuranza. In particolar modo la Lazio, colpita gravemente con ben quattro atleti inibiti, cerca di rimettere in sesto il proprio organico e la propria struttura societaria. Ingaggia come allenatore Ilario Castagner, che l’anno precedente sfiora lo scudetto col Perugia imbattuto per tutto il torneo, e come direttore sportivo Luciano Moggi, che si muove con tempismo mettendo sotto contratto uno degli stranieri più forti in circolazione, l’olandese René van de Kerkhof.
Nuovo impulso quindi per il calcio italiano con la riapertura delle frontiere dopo quattordici anni di autarchia e rinnovamento per la falcidiata Lazio che – come ricorda Amedeo Santicchia – riesce a tesserare un calciatore di 28 anni protagonista negli anni ’70 nella nazionale olandese, la famosa Arancia Meccanica.
René van de Kerkhof è un attaccante, gemello di Willy che gioca nel ruolo di mediano, che svaria su tutto il fronte offensivo in un contesto di calcio totale che caratterizza la grande Olanda di quel decennio. Viene presentato alla stampa il 25 giugno presso l’allora sede di Via Col di Lana, quartiere Mazzini, con migliaia di tifosi che ne scandiscono il nome tra lo stupore dello stesso giocatore.
Il ritiro pre-campionato parte il 20 luglio nella quiete di San Terenziano, nella verde Umbria, e René van de Kerkhof nei primissimi giorni fa già vedere le sue capacità organiche, oltre che tecniche, spingendo a più non posso rispetto all’arrancare dei nuovi compagni. Il destino però, cinico e baro, è in agguato e nella tarda mattinata di venerdì 25 luglio un comunicato radiofonico sentenzia la retrocessione a tavolino in serie B, da parte della Commissione d’Appello Federale, della Lazio per illecito sportivo nel precedente campionato. Una revolverata in piena tempia non avrebbe avuto l’esito che ebbe quella notizia.
Così René van de Kerkhof straccia il contratto, dal momento che non era consentito il tesseramento alle squadre che militavano in serie B, producendosi, idealmente, in uno scatto bruciante con la sua autovettura sulla Val Nerina, direzione Roma e successivamente direzione Olanda.
Cinque giorni appena di Lazio per un giocatore dall’eccellente curriculum internazionale che di fatto la maglia biancoceleste non la indosserà mai. Una storia da Lazio.