L’italiano rinato in Venezuela
Mar 22, 2024

Vito Fasano è nato a Bari il 15 ottobre 1941. Arrivò in Venezuela intorno agli anni Cinquanta, quando ne aveva undici. Suo padre lavorava nel mondo dell’edilizia, quando arrivarono in Venezuela, la famiglia Fasano si stabilì a Puerto Cabello. “Quando sono arrivato in Venezuela son rinato, adesso sono venezuelano”, ha detto in un’intervista.

La famiglia Fasano si trasferì a Caracas, nella cosiddetta “città dai tetti rossi”, nel comune di Chacao, zona che all’epoca era una delle roccaforti della comunità italiana.

Vito Fasano, dalla Puglia al Venezuela. Ruolo portiere

“Ogni giorno passeggiavo per le strade di Chacao, mi divertivo sempre guardando le partite di calcio che si giocavano alla Scuola San Ignacio. Un giorno, mentre mi godevo una di queste, uno di loro mi disse: ‘Ti piacerebbe giocare con noi?’ Ovviamente ho accettato. E come sempre accade, mandano a prua l’ultimo membro del gruppo. Quel giorno non ho fatto eccezione!” ha raccontato.

Fasano, grazie ai suoi riflessi felini, era sempre il migliore nelle squadre in cui giocava, finendo per diventare uno dei giocatori inamovibili. Questa scelta verrà accolta con favore anni dopo.

“Il club con cui ho iniziato era formato da parrucchieri e barbieri italiani, la squadra si chiamava Juventus e giocavamo la Coppa Italia, un torneo organizzato dalla comunità italiana residente in Venezuela. Questo torneo si è svolto a El Paraíso, con la partecipazione di squadre con nomi italiani. Il signor Tonino Cullo, titolare della ‘Pasta Fiorentina’, aveva una squadra che partecipava ad un torneo di terza divisione e voleva che giocassi con loro. Con la Fiorentina siamo stati campioni e sono stato premiato come miglior portiere del torneo. A quel tempo avevo tra i 15 e i 16 anni”.

Dopo aver militato in diverse società dilettantistiche venne contattato da uno dei dirigenti del Banco Francés-Italiano. Negli anni ’60, l’istituto bancario, con la sua squadrapartecipò al calcio professionistico venezuelano, erano gli anni 1961 e 1962. La compagine aziendale non era però molto redditizia per l’organizzazione bancaria e quindi scomparve. Durante la sua carriera nel calcio professionistico, il club ha disputato 41 partite e ha lasciato in dote un tabellino di 16 vittorie, 8 pareggi e 20 sconfitte. Molti giocatori di questo club andarono a rinforzare le fila del Deportivo Italia, tra questi c’era Vito Fasano.

“Quando sono arrivato al Deportivo Italia avevo 19 anni. Gli azzurri avevano tra le loro fila il portiere Luis Volpe, uno dei migliori dell’epoca. Ovviamente ero il suo sostituto. Un giorno Volpe si infortunò ad un ginocchio ed io presi il suo posto. Lì diventai il portiere titolare del Deportivo Italia, quell’anno diventammo campioni, se non sbaglio eravamo nel 1963″.

Durante la sua permanenza al Deportvo Italia, Fasano ha avuto come compagni di squadra stelle come: Luis Mendoza, Augusto Nitti, Carlos “Chiquichagua” Marín, Freddy Elie, Manuel Tenorio, Vicente Arruda, Delman Useche, Rui da Costa, Alcyr Freitas e Bendezú Negro. Il portiere azzurro era allenato dal brasiliano Orlando Fantoni, che vinse tre titoli tra le stagioni 1961 e 1966.

Nel Deportivo Italia

“Nel 1967, durante la fase a gironi della Copa Libertadores affrontammo il Cruzeiro: ci sconfissero in entrambe le partite (0 – 3 a Caracas e 3 – 1 in Brasile), ma le mie prestazioni tra pali non passarono inosservate. I dirigenti del Cruzeiro hanno fatto di tutto per ingaggiarmi. Mi hanno contattato tramite l’allenatore Orlando Fantoni, che aveva giocato con loro quando era calciatore”.

Il tecnico brasiliano Osvaldo Fantoni

“Per avermi, il Cruzeiro ha pagato al Deportivo Italia una cifra intorno ai 20mila dollari. Non volevo essere ceduto, in Venezuela avevo tutto quello che volevo ed ero il portiere titolare del Deportivo Italia. Quello che mi ha convinto è stato mio papà, mi ha detto: in quella squadra ci sono Tostão e altri fuoriclasse. A quel tempo il Cruzeiro era uno dei club più forti del Brasile”.

Ancora in un undici del Deportivo Italia

“Quando sono arrivato in Brasile, ho scoperto che il Cruzeiro aveva sei portieri. In quelle condizioni non avrei mai esordito con la prima squadra”. Grazie al suo talento inizia però a scalare le gerarchie della squadra. Il suo debutto da titolare è avvenuto nella Coppa del Brasile. “Dovevamo affrontare il Santos di Pelé allo stadio ‘Morumbi’. Non c’erano buoni rapporti tra il Cruzeiro e la squadra di Pelé: l’anno prima gli azzurri di Belo Horizonte avevano battuto in finale il Santos. Prima della partita prevista, Raúl, che era il portiere titolare, si è ammalato e il Mister del Cruzeiro mi ha inserito nell’undici titolare. Quel giorno perdemmo 2-1, ma Pelé e il suo Santos non ebbero vita facile”.

Luis Mendoza (a sinistra) e Freddy Ellie prima di una gara di Coppa Libertadores tra Deportivo Italia e Deportivo Galicia

La partita del portiere del vinotinto fu così bella che il quotidiano “Folha de S.Paulo” lo ha designato come il miglior giocatore della gara insieme a Pelé (autore di uno dei gol).

“Durante quella partita ho soffocato due volte le grida di gioia di Pelé, in entrambi i casi lui si è avvicinato e mi ha abbracciato. In questa partita ricordo che il fuoriclasse brasiliano ha infortunato con un brutto fallo Procopio, che era uno dei nostri giocatori fondamentali in difesa. Grazie a questo gioco sono diventato il portiere titolare del Cruzeiro durante il ‘Torneo Roberto Gomes Pedrosa, il nome che aveva il campionato brsailiano”.

Fasano nella nazionale del Venezuela nel 1968

L’esperienza in Brasile durò un paio di stagioni. “Nel dicembre del 1967 era terminato il campionato e io avevo già le valigie pronte per andare a trascorrere il Natale con la mia famiglia in Venezuela. In Brasile non avevo famiglia, solo la mia ragazza. Pochi giorni prima della data del mio volo, i dirigenti del club mi hanno chiamato e mi hanno detto che non potevo andare in Venezuela. La ragione? Avrebbero partecipato a una  tournée a Manaus. Quel torneo si è concluso il 22 dicembre. Ho detto loro che questo non era possibile a causa dei miei impegni familiari e che il viaggio in Venezuela era previsto nel mio contratto. Sostenevano che dovevo andare. Non abbiamo raggiunto un accordo e così si è conclusa la mia esperienza in Brasile”.

Dopo una lunga trattativa, Vito Fasano tornò in Venezuela per vestire nuovamente la maglia del Deportivo Italia. Il portiere fu uno dei protagonisti del cosiddetto “piccolo Maracanazo”. Il 3 marzo 1971, gli azzurri vinsero 0-1 contro il Fluminense al leggendario Maracaná di Rio de Janeiro.

 Quel giorno che il Deportivo Italia ammutolí il Maracanã

Nel corso della sua carriera sportiva, Vito Fasano ha difeso la porta della nazionale venezuelana nella Copa América del 1967, edizione giocata in Uruguay. A quel tempo, il torneo si chiamava ancora Campionato sudamericano di calcio. Il portiere venezuelano ha giocato quattro partite, tre da titolare e una da sostituto. Fasano difese la porta del vinotinto anche durante le qualificazioni ai Mondiali del Messico del 1970 e nella Mini Coppa del Mondo del 1972 in Brasile.

Durante la sua permanenza in nazionale ha affrontato giocatori come i cileni Elias Figueroa e Manuel Saavedra, gli uruguaiani Pedro Rocha e Julio Montero, l’argentino Silvio Marzolini e i brasiliani Pelé, Tostão, Carlos Alberto, Wilson Piazza e Jairzinho. Fasano ha partecipato anche a sei edizioni della Copa Libertadores.

Nel 1977 Vito Fasano appese scarpe e guanti al chiodo, ma alcuni compagni e dirigenti dell’epoca lo convinsero e tornò a giocare. Nel 1981 andò in pensione definitivamente.

Mario Bocchio

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