Un protagonista importante per una piazza che, negli anni Ottanta e Novanta, ha vissuto le migliori stagioni della sua storia, popolando più volte le praterie della Serie A: Luigi Gualco si è cucito addosso la casacca grigiorossa della Cremonese per ben 12 stagioni.
Nato ad Alassio (Savona) il 4 marzo 1965 – come ricorda Fabio Ornano sul Guerin Sportivo – debutta in C1 con la Sanremese nel campionato 1983-’84 disputando 4 partite. Giocando come difensore centrale, diventa titolare nella stagione successiva con ottimi risultati. La Cremonese, appena retrocessa dalla massima serie in cadetteria, si affida in panchina a Bruno Mazzia che dà fiducia al difensore ligure. La nuova promozione in A per i grigiorossi sfuma di poco ma, in compenso, si fanno notare alcuni giovani tra cui Attilio Lombardo, Michelangelo Rampulla (entrambi destinati ad una grande carriera) e lo stesso Gualco.
Alto 182 centimetri, all’apparenza leggero ma veloce, bravo tecnicamente, Gualco è capace di farsi valere sia in marcatura sull’uomo che negli inserimenti offensivi. La sua puntualità in area avversaria assicura sempre qualche gol alla Cremonese, tutti gli anni.
Nel campionato cadetto 1992-’93 ne realizza ben 7, contribuendo in maniera determinante alla pronta risalita in Serie A. Una stagione speciale: il difensore savonese vive in prima persona la conquista del Torneo Anglo-Italiano a Wembley contro il Derby County. Ed è proprio lui nel 1994-’95 a firmare uno dei gol più celebri nella storia del club: quello che alla quarta giornata, su assist del giovanissimo Alessio Pirri, regala una clamorosa vittoria sul super Milan di Capello campione d’Italia e d’Europa in carica.
Gualco milita nella squadra lombarda fino al 1996, quando si trasferisce per un campionato in Svizzera, al Losanna, dopo aver disputato due amichevoli estive in Asia con il Milan. L’annata 1997-’98, di nuovo a Cremona, è l’ultima da calciatore. Appende le scarpette al chiodo dopo 15 anni da professionista, 390 presenze e 31 reti nelle sole gare di campionato.
Rientra alla Cremonese nel marzo del 2002 in una nuova veste, quella di presidente. Viene infatti chiamato dal neo proprietario Triboldi, con la squadra che nel frattempo è scesa in C2.
Un periodo felice, con una doppia promozione ed il ritorno in B nella stagione 2004-’05, seguita da un’immediata retrocessione. La piazza di Cremona inizia a contestarlo e lui resiste fino al 2007, prima di lasciare il sodalizio a cui è più legato