Fiuto del gol, voglia di arrivare, passione infinita e abnegazione da vendere non bastarono a questo ragazzo classe 1965, Francesco Libro, per esordire nella squadra della sua città, la “madre” che lo aveva cresciuto fino al punto di trovarlo protagonista nella bella Primavera rosanero edizione ’84-‘85, lui e Ardizzone (tra gli altri) promesse del domani.
Quell’anno il Palermo ha l’obbligo di tornare immediatamente in B, si affida al nocchiero Tom Rosati che non sbaglia rotta, ma per i giovani il posto è poco, quasi nullo, non si può rischiare di fallire e Libro si deve accontentare di “guardare” dal basso i vari Maiellaro, De Vitis e Pircher dei quali comunque carpisce i segreti che più avanti gli varranno la riconoscenza di svariate piazze.
Proprio con l’esperto Pircher si sposta a Rimini per esordire tra i “grandi”, C1 girone A, Santarini allenatore e un roster che vede gente come Deogratias, Cristiani, Maddaloni e Fiordisaggio; per Libro l’esordio arriva alla prima giornata quando Santarini gli dà fiducia inserendolo nell’undici di partenza che sconfigge la Sanremese. Pare l’inizio di una buona stagione, ma gli spazi si stringono in fretta, riesce a mettere a segno il primo gol tra i professionisti a Nnovembre nella gara casalinga con il Modena quando al 13′ griffa il momentaneo vantaggio (terminerà 1-1) beffando il portiere canarino con un tocco sottoporta; la squadra però non và come dovrebbe, Santarini fa’ le valigie e il nuovo arrivato Seghedoni è un sergente di ferro che si affida a gente esperta, e per Libro ci sarà una sola presenza in tutto il girone di ritorno (a fronte delle 6 collezionate con Santarini), per un totale di 7 gare ed 1 rete che fanno capire al ragazzo, se ce ne fosse bisogno, quanto è duro il pane da conquistarsi!
La nuova meta del giovane attaccante diventa così Olbia, squadra neopromossa in C2 ed affidata alle cure di Mammì, colui che un giorno fece sobbalzare tutte le sedie di Calabria annichilendo la Juventus con la maglia del Catanzaro. L’obbiettivo dei sardi è la permanenza in categoria e qui Ciccio (soprannome che si porterà dietro per l’intera carriera) ritrova il concittadino Pergolizzi (giovanili rosanero anche se un po’ più giovane) assieme all’ex promessa interista Bulgarani, a Morra e un giovane Sotgia, insomma una banda più che discreta.
Le presenze di Ciccio saranno ben 29 e con 6 gol di laureerà capocannoniere di una squadra capace di ottenere un lusinghiero settimo posto, da ricordare le reti di Sorso e Pontedera che frutteranno due ottime affermazioni esterne. Confermato anche per la successiva stagione Libro si comincia a costruire quel nome di centravanti affidabile mettendo a segno altre 5 reti in un complesso che si piazza decimo grazie alla presenza in rosa di gente come Ianuale, Paraluppi, Gamberini (ex ragazzo prodigio del Bologna) e Mariani; da ricordare in quel campionato la rete al 88′ di Olbia-Massese con la quale Libro inchioda i toscani alla sconfitta (2-1).
Due buone stagioni sull’isola gli valgono l’occasione di salire un gradino della scala del calcio, l’ ’88-‘89 sarà C1, destinazione il rossoblù di Montevarchi.
In Toscana Libro arriva con l’obbiettivo di traghettare il Montevarchi (neopromosso) ad una tranquilla salvezza, e grazie alle sapienti mani di Romano Fogli và a comporre un terzetto d’attacco con Guido Carboni e Brandolini (24 reti in tre) che assicura un onorevole ottava posizione con imbattibilità casalinga preservata e bottino personale di 7 reti in 32 apparizioni; da ricordare la rete del momentaneo vantaggio a Reggio Emilia (seconda giornata, finirà 2-1 per la truppa di Marchioro) e la doppietta in uno scoppiettante 3-2 casalingo inflitto al Prato all’ottava.
La buona stagione in terra valdarnese gli frutta le attenzioni di buona parte delle compagini di punta della serie C, ma Ciccio opta per cedere alle avances di una Spal sprofondata in C2 e desiderosa di rialzarsi immediatamente. A Ferrara Libro sarà compagno di reparto di un giovane Schwoch, dell’esperto Mosele e si potrà avvalere delle giocate di un folletto come Labardi; il resto della squadra comprende nomi altisonanti, quali Magnocavallo e Paganelli, uniti a giovani di prospettiva come Paramatti e Tresoldi. La stagione non và come tutti si aspettano, Magistrelli viene sostituito e alla fine sarà un anonimo decimo posto, per Ciccio però 11 reti (al pari di Mosele) che non sono affatto da buttare e delle quali vanno ricordate la prima col Pergocrema (0-1 al “Voltini” e prima marcatura spallina della stagione) e la doppietta nel 2-0 casalingo al Legnano alla 27esima.
Terminata la stagione con gli estensi Libro ridiscende lo stivale sbarcando nella sua Sicilia e precisamente a Giarre, piccola società del catanese che disputa alla grande il torneo di C1. In gialloblù si trova a lottare per mantenere un posto nel terzo gradino del calcio professionistico ed opera al fianco della vecchia volpe Bardi in un complesso che conta giocatori esperti quali Carnà, Tomasoni, Cuccunato e Irrera; la squadra incomincia con Bianchetti al quale subentra Renna a campionato in corso, per Ciccio le reti saranno solamente 3 in una stagione decisamente sottotono. Si ricomincia così dalla C2, in una piazza desiderosa di risplendere che si affida a mister Di Somma, un combattente già da calciatore.
La piazza è Potenza, il pubblico caloroso e Libro incomincia a scrivere le pagine di una favola che avrà durata di due anni; promozione alla prima, soprattutto grazie alle sue 9 reti in una squadra composta anche da Bucciarelli, Grasso, Vio e Crucitti, e salvezza ottenuta nello spareggio di Foggia (3-1 al Casarano) nella successiva C1 dove il bomber si eleva fino alle 12 marcature in campionato che lo eleggono di diritto a idolo del “Viviani”. Proprio nello spareggio dello “Zaccheria” Libro aggiunge altre due reti alle 12 sopracitate, in 28 minuti disintegra le speranze del Casarano battendo due volte il giovane Ramon e dando il là definitivo ad una salvezza sudata oltre l’ultimo minuto!
L’exploit in rossoblù gli vale l’attenzione di una grande del Sud, l’Avellino. La piazza irpina viene da tre lustri densi di soddisfazioni, è da poco tornata nell’inferno della C e lì si sente decisamente fuori luogo, vuole riemergere immediatamente.
La stagione inizia in maniera perlomeno ambigua, il 6 ottobre i lupi eliminano la Lazio (all’Olimpico) dalla Coppa Italia ma in campionato hanno raccolto 3 pari ed una sconfitta in quattro giornate; quella giornata storica vede Ciccio subentrare al 74′ al doppiettista di giornata Bertuccelli per godersi una ventina di minuti di meritata gloria. In campionato però l’Avellino zoppica per tutta la stagione, si cambiano tre allenatori ma Libro è una costante per il fronte avanzato e a fine stagione il bomber palermitano marcherà comunque 8 reti salutando la compagnia col biglietto per Siracusa in tasca, ancora C1 girone B.
Nella città aretusea si trova mister Sonzogni alla guida tecnica e compone un attacco che gli vede vicino Limetti, Di Dio, Di Corcia, in una squadra che comprende Marco Giampaolo e Lo Garzo a centrocampo, Migliaccio e Lambertini in difesa, per un complesso che gira a mille e si piazza in quinta posizione sognando perfino la serie B per qualche tempo. Libro mette a segno altre 8 reti, la prima delle quali all’esordio stagionale al “Partenio” di Avellino; la corsa del Siracusa si fermerà ai playoff proprio contro gli irpini battuti all’andata 2-1 e vincitori al ritorno con un 1-0 che li manderà avanti per il miglior piazzamento in campionato. L’avventura nella città di Archimede si interromperà in estate quando la società, travolta dai debiti, verrà esclusa dal campionato e costretta a ripartire dalle categorie regionali; per Libro è così ancora tempo di fare la valigia e questa volta per Benevento dove la C2 è vista come un punto di partenza per salire verso lidi più consoni. Gli stregoni infatti hanno vinto due stagioni prima l’Interregionale e partecipato ai playoff l’annata appena conclusa, ma il ciclo della coppia D’Ottavio-Paolucci è giunto al termine, così si punta su Libro e Micciola (ex Juve Stabia) per raggiungere l’obbiettivo.
Il Benevento però non riesce mai realmente a sollevarsi dalla mediocrità, Esposito e Lombardi si danno il cambio alla guida ma non succede nulla, nonostante ciò Ciccio è il miglior marcatore della squadra con 8 reti (Micciola si ferma a 6) e si guadagna la riconferma per la stagione successiva.
Nel ’96-‘97 nasce un Benevento stratosferico, Imparato tra i pali, Aruta là davanti e poi De Solda, Maiellaro, Osvaldo Mancini e Ianuale, ma Libro và via dopo due sole presenze condite da altrettante reti,tra le quali la prima stagionale degli stregoni siglata al 22′ in quel di Altamura, accetta l’offerta dell’ambizioso Catanzaro, altra nobile decaduta dello stesso girone.
Il battesimo del gol con le aquile giallorosse avviene alla sesta quando al minuto 88 Libro giustizia il Marsala su calcio di rigore, arriva poi alla nona la doppietta dell’ex che sbanca il “Santa Colomba” ed un altro po’ di reti che fanno lievitare il totale a 8, utili al raggiungimento dei playoff nei quali però il Benevento si dimostra osso troppo duro da superare.
La stagione successiva è poi divisa a metà, si incomincia ancora con la maglia del Catanzaro guidato da Specchia ma incapace di andare oltre una discreta classifica che non riesce ad arginare le polemiche di una piazza che in C2 si sente umiliata; dopo 15 presenze e tre reti il bomber trasloca nelle Marche, a Tolentino. È ancora C2 ma nel girone B dove i cremisi di mister Castori cercano di evitare la discesa tra i dilettanti, non ci riusciranno nonostante le 4 realizzazioni di Libro in 11 apparizioni e così per il ’98-‘99 il centravanti palermitano ritorna ancora nella sua Sicilia per vestire la maglia del Gela dove affronta l’ultimo scampolo di C2 prima di scendere in serie D a riabbracciare un vecchio amore che si era bruscamente interrotto, il Siracusa.
Con gli aretusei Libro colleziona le ultime 15 apparizioni da calciatore, sigla 3 reti ma il tutto non basta ad evitare l’ultima posizione in classifica in una squadra in grossa difficoltà nonostante la presenza in rosa di gente come Regina e Giacalone. Quì finiscono le pagine del Libro calciatore, un attaccante che mai ha tirato indietro la gamba, un centravanti che ha infiammato le sue platee e che avrebbe sicuramente meritato una chance ai piani alti del calcio, tra i Marulla, Paci, Agostini, De Vitis e Scarafoni probabilmente un pezzetto di gloria se lo sarebbe guadagnato anche lui.
Fabio Mignone