Nel calcio di un tempo, nemmeno troppo lontano, esisteva la figura del dodicesimo. La stragrande maggioranza degli allenatori non applicavano il turnover in alcun ruolo e in porta avevano una gerarchia precisa. C’era un portiere titolare e la sua riserva, che al massimo in una stagione intera poteva disputare un paio di partite.
Nella mitologia del calcio – come ricorda Alessio Morra – sono finite le due storiche riserve di Dino Zoff, Alessandrelli e Bodini. Zoff oltre a essere stato uno dei più grandi portieri di sempre aveva anche un fisico straordinario. In undici anni con la Juventus non saltò nemmeno una partita di campionato e se non ci fosse stato un infortunio banale occorsogli nell’ultimo anno al Napoli avrebbe disputato partite per sedici anni consecutivi! Il numero 12 per eccellenza del calcio è stato Giulio Nuciari, che per ben 333 volte ha indossato quella maglia e che detiene il record di presenze in panchina per un calciatore di Serie A.
Anche lui è una figura mitologica, che si ricorda innanzitutto per quegli enormi baffoni neri. Nucio inizia la sua carriera nella Ternana con cui disputa tre campionati, in mezzo un’esperienza a Montecatini. Nell’estate del 1982 lo acquista il Milan. Nuciari vince il campionato di Serie B e inizia da titolare l’annata successiva, dopo appena cinque giornate finisce in panchina. Resta il portiere di riserva anche nell’avvio dell’era Berlusconi. Giovanni Galli è il titolare. Nuciari nella stagione ’87-‘88, quella del primo e unico scudetto di Sacchi in campionato, non gioca mai, ma è campione d’Italia. Sacchi però decide di cederlo.
Passa alla Sampdoria che ha bisogno di un secondo portiere affidabile che non dia fastidio, ma aiuti il giovane Pagliuca da poco promosso titolare da Boskov. Nuciari disputa appena 7 partite di campionato con i blucerchiati in sei stagioni. Il suo apporto è importante, perché è un uomo spogliatoio, se ne accorge soprattutto Mancini. Con la Samp vince un altro Scudetto, la Coppa delle Coppe, una Coppa Italia e la Supercoppa italiana.
Lascia il calcio nel 1995, ma non la Sampdoria con cui inizia la carriera di preparatore dei portieri, per un anno, con Capello allenatore, svolge quel ruolo anche al Milan.
Fa il preparatore anche con il Cagliari, che allenerà per qualche mese, e la Ternana prima di ricomporre il proprio sodalizio con Roberto Mancini che lo vuole con sé nella sua avventura con la Lazio. Mancio va all’Inter e Nuciari lo segue. I due si separano solo quando Roberto va all’estero.
Nuciari torna in pista con Mihajlovic, che se lo porta come preparatore dei portieri alla Fiorentina. Poi l’ex portiere è di nuovo all’Inter, con il fraterno amico Mancini.
Nuciari per una volta è stato pure allenatore dei nerazzurri. Mancini era squalificato, Sylvinho ancora non c’era e l’unico dotato di patentino era lui e contro il Dnipro il secondo per eccellenza Giulio Nuciari ha vinto per 2-1 la sua prima partita europea da allenatore. Adesso Nuciari continua a svolgere il ruolo di collaboratore di Mancini in Nazionale.