L’austriaco Matthias Sindelar viene ricordato, oltre che per essere stato uno dei più grandi campioni della sua epoca, come un vero e proprio simbolo nella lotta contro Hitler e il nazionalsocialismo. Ma quanto di quello che si racconta corrisponde a realtà? Esistono versioni storiche (revisionismo?) difformi da quanto sinora divulgato, che contribuiscono ad aprire e alimentare il dibattito.
Da anni ormai circolano, sia sul web che sul cartaceo, diverse inesattezze in merito alla vita calcistico – privata del grande campione austriaco Matthias Sindelar.
Provo a fare chiarezza, precisando che tutte le informazioni, le foto e il lavoro di ricerca che sono condivisi in questo articolo sono merito di Mirko Trasforini e di Jo Araf. Entrambi sono concordi nell’affermare che il primo a svolgere un lavoro serio e preciso sulla questione è stato lo scrittore argentino Camilo Francka. Altra doverosa premessa è che tutto ciò che emergerà da questo articolo, non vuole assolutamente sminuire il valore assoluto di un fuoriclasse che ha caratterizzato gran parte degli anni Trenta del calcio europeo.
Cominciamo dicendo che non era ebreo, nel certificato di morte alla voce religione c’è la k di katholisch (cattolico). La sua compagna, Camilla Castagnola, non era ebrea, non era italiana, non era un’infermiera che conobbe durante i mondiali del 1934… In realtà si chiamava Camilla Durspect, era austriaca essendo nata a Vienna nel 1899, aveva sposato un ristoratore italiano, tale Mario Castagnola dal quale si era separata conservando misteriosamente il cognome.
Era anche lei una ristoratrice, gestiva un locale che si chiamava Zum Weißen Rössl. Per quanto riguarda la sdoganata (e romanzata) versione di Sindelar eroe anti-nazista non è vero nulla! Comprò un cafè in Laxenburger Straße (nel quartiere di Favoriten ove era nato) proprio dai nazisti. Questi lo avevano confiscato ad un ebreo di nome Leopold Simon Drill, che poi fini i suoi giorni in un campo di concentramento. Cafè pagato ovviamente al di sotto del valore di mercato.
Il 3 aprile 1938 si giocò la famosa Austria-Germania (Anschlussspiel) che doveva sancire la celebre annessione. Si disse che Sindelar e Sesta furono gli unici a non fare il saluto nazista (Deutscher Gruß). Niente di più falso! Come si evince dalla foto che allego della formazione austriaca di quel giorno si vedono chiaramente tutti i calciatori con il braccio teso.
Tra l’altro lo stesso Sindelar era favorevole all’Anschluss, visto che al referendum popolare non fece mancare la sua approvazione.
Per quanto concerne la sua tragica morte e della sua compagna, la versione più plausibile è la disgrazia a causa del monossido di carbonio fuoriuscito da una stufa malfunzionante. Se i nazisti avessero avuto interesse a farlo fuori, con i loro potenti mezzi, avrebbero potuto tranquillamente agire immediatamente piuttosto che aspettare l’anno seguente.
Antonio Priore