È stato il primo portiere straniero nella storia della Juventus, proprio lui che ha goduto per la recente eliminazione in Champions per mano del suo Ajax: fu pagato 17 miliardi per sostituire Peruzzi ma Edwin van der Sar rimarrà nella memoria dei tifosi bianconeri più per i tanti nomignoli che gli diedero, da “Edwin mani di forbice” a “saponetta” fino a “Ice Rabbit” (coniglio di ghiaccio) che per le sue prodezze. Fino a sedici anni gioca ancora attaccante nel Foreholte, squadra locale di Voorhout, il paesino nel quale è nato il 29 ottobre del 1970 e nel quale sogna ancora di aprire un negozio una volta ottenuto il diploma commerciale.
Spostato tra i pali, nelle giovanili del Noordwijk ad allenarlo trova Ruud Bröring, fortunatamente per Edwin grande appassionato di carte e di giuste compagnie. Durante l’abituale partita settimanale con l’allora giovane assistente dell’Ajax Luis Van Gaal, entrambi insegnanti di educazione fisica, Bröring suggerisce al collega, che aveva appena confessato di essere alla ricerca di un portiere, il nome di Van der Sar che inizia così una nuova vita.nNon ha dubbi quando si fa avanti la Juve come confessò a Four Four Two: “Sono stato anche ad Anfield, dovevo andare al Manchester United, ho parlato con il presidente ed un paio di giocatori, ma quando la Juventus si è seduta al tavolo sono arrivato alla conclusione che sarebbe stata una sfida molto più grande e stimolante”. Le cose però andarono diversamente: “Sapevo che essere portiere in Italia è diverso dal farlo in Olanda, ma il tecnico mi aveva assicurato che avrebbero assecondato il mio stile. E io gli ho creduto”.
Un esempio di quanto sarebbe accaduto lo rivela il portale Zonacesarini.it: nella prima gara ufficiale della stagione, turno di Intertoto contro i rumeni del Ceahlaul Piatra Neamt, un passaggio corto a Ferrara leggermente pressato manda nel panico il difensore napoletano che scaraventa il pallone in tribuna, si volta e inveisce contro l’olandese “ma che fai, idiota?”. Edwin cerca quantomeno l’approvazione di Ancelotti, che lo invita prontamente a rilanciare lungo senza troppi complimenti. Se il primo anno in bianconero è discreto, anche se senza picchi, il flop arriva al secondo anno. Dopo aver commesso diversi errori nella prima parte della stagione – tra i più criticati quello contro la Lazio, su un debole tiro di Salas da fuori area e quello su una punizione di Sousa in Champions col Panathinaikos, l’episodio chiave della sua carriera avviene in un Juve-Roma, decisiva per lo scudetto.
Nakata fa partire un tiro dal limite, Van der Sar ci arriva, ma sbaglia totalmente la direzione della respinta, consentendo a Montella di insaccare il goal scudetto. Un 2000 da dimenticare che si chiude con gli Europei, quando la sua Olanda viene eliminata ai quarti dall’Italia e il portiere ormai già mezzo ex Juve subisce il famoso rigore a cucchiaio di Totti. La sua rivincita inizia al Fulham dove gioca dal 2001 al 2005 vincendo l’Intertoto e il premio di miglior giocatore del club per l’annata 2003-‘04. Poi passa al Manchester United e vince ancora, arrivando anche ad alzare la Champions. Decisivo in quella del 2008 contro i rivali del Chelsea (1-1 al 120′): furono necessari i rigori e van der Sar parò il penalty decisivo di Anelka laureandosi campione d’Europa per la seconda volta in carriera.
Il 23 dicembre 2009 la moglie di van der Sar è stata colpita da un’emorragia cerebrale nell’appartamento di famiglia. Subito trasportata all’ospedale, le sue condizioni di salute sono state giudicate molto gravi dai sanitari. A van der Sar, già fermo da circa un mese per un infortunio al ginocchio, è stato concesso dal Manchester United un permesso a tempo indeterminato per accudire la consorte.
Meno di un mese dopo, il 16 gennaio 2010, è tornato in campo nella partita vinta per 3-0 dal Manchester United sul Burnley. Ha disputato la sua ultima partita il 28 maggio 2011 nella finalissima di Champions col Barcellona (1-3). Ultima da professionista perché a 45 anni giocherà ancora nel VV Noordwijk, club olandese di quarta serie che lo ha lanciato a livello giovanile nella seconda metà degli anni 80. Oggi van der Sar è ambasciatore della Make-A-Wish Foundation e dal novembre 2016 è dg dell’Ajax. È anche opinionista per l’emittente olandese Nos Studio Voetbal ed è entrato nell’Eca al fianco di Agnelli.