Lo chiamano il derby “dell’Apulia”. Bari-Foggia è una delle sfide più antiche e sentite della regione. 89 anni di confronti, scanditi da personaggi illustri, con esiti spesso clamorosi per le due squadre.
I numeri dicono che lo scontro tradizionalmente si svolge sul filo dell’equilibrio: 54 gare complessive, suddivise in 21 vittorie del Bari, 16 pareggi e 18 successi dauni. E a testimonianza del blasone delle due compagini, quello che è andato in scena oggi (pareggio dei Galletti per 2-2 a Foggia) non è stato soltanto un match in serie C , ma l’ennesimo atto nell’epopea di una partita che, dalla A alla D, si è disputata su qualsiasi palcoscenico.
Nel terzo campionato nazionale, la situazione è ora a vantaggio dei baresi: i rossoneri si sono imposti all’andata e al ritorno nel 1951-‘52, i biancorossi hanno centrato la medesima impresa nel 1983-‘84, ancora il Foggia l’ha spuntata nel turno di andata, lo scorso 1 novembre, vincendo per 1-0 con gol su rigore di Curcio al 41’. E con il medesimo risultato si è vendicato il Bari al ritorno, il 27 febbraio, con rete di Cianci (barese purosangue) su punizione al 60’. E se quello di oggi è l’ultimo incrocio in ordine cronologico, la storia, invece, è cominciata proprio a Bari il 19 novembre 1933: allo stadio Marisabella (o San Lorenzo), i Galletti centrarono il successo in extremis con gol di Annibale Frossi all’89’.
Il più recente colpaccio foggiano è del 9 agosto 2015: in Coppa Italia, i rossoneri eliminarono il Bari al primo turno con un 2-1 firmato da Gigliotti e Floriano (che tre anni dopo approderà proprio ai Galletti, in serie D), mentre fu inutile la marcatura barese di Defendi. Per trovare un pareggio in casa biancorossa, infine, bisogna tornare addirittura al 18 marzo 1979: al Della Vittoria finì 1-1 in appena due minuti, dal vantaggio del Foggia firmato da Apuzzo all’82’ al pareggio del Bari all’84 con Pellegrini.
In una lunghissima lista di doppi ex di lusso, meritano la citazione sicuramente Maurizio Iorio, l’ ”artista del gol” che a Foggia mosse i primi passi nel calcio “dei grandi” (dal 1976 al ’78) per poi esplodere nel Bari dal 1980 all’82 per diventare il bomber della “squadra dei baresi” che scrisse capitoli indelebili nella storia del calcio pugliese. “Profeta” di quel gruppo era Enrico Catuzzi, pioniere della zona e altro simbolo della sfida: dopo quattro periodi nel Bari (dal 1979 al 1988 con gli intermezzi a Varese e Pescara) fu lui, infatti, a guidare il Foggia nell’ultima serie A del 1994-‘95, senza riuscire ad evitare la retrocessione in B dei Satanelli.
Tra gli allenatori, impossibile non citare Oronzo Pugliese, il leggendario “mago dei poveri”: il tecnico nato a Turi portò il Foggia dalla C alla A in un quadriennio (dal 1961 al ’65), ma non fu profeta in patria al Bari nel 1969-‘70, quando fu esonerato a fine campionato con la squadra penultima e ormai destinata alla retrocessione.
Il ricordo più commosso, però, è per Franco Mancini, portiere materano, soprannominato “il giaguaro” per la straordinaria reattività: fu lui l’estremo difensore nell’epopea di “Zemanlandia” (otto campionati a Foggia dal 1987 al ’95), quindi difese la porta barese per tre eccellenti tornei in A dal 1997 al 2000. È scomparso prematuramente nel 2012: ogni volta durante questa sfida, è impossibile non volgere uno sguardo al cielo pensando a lui. E a tutte le stelle di un derby sempre meraviglioso.
Fonte: “La Gazzetta del Mezzogiorno”