“Anno bisesto, anno funesto”, dice una tradizione italiana. Carmel Busuttil, nato il 29 febbraio 1964, ne sentì parlare solo una volta arrivato sulle sponde del Lago Maggiore, nel 1987. Era stato un colpo di mercato o no? I tifosi piemontesi se lo chiedevano di frequente: Busuttil aveva appena 23 anni, ed era di fatto un giocatore di esperienza internazionale, vantava già diverse presenze con la nazionale (nel 1983 aveva segnato una clamorosa doppietta alla Spagna in un match ufficiale) e aveva calcato i campi della Coppa Uefa, una preziosa rarità in un club dilettantistico il cui miglior risultato era stato il quinto posto in Serie C nel 1968, quasi vent’anni prima. Ma si era mai visto un calciatore capace che provenisse da Malta?
Se era arrivato fin lì, primo maltese della storia a giocare in un campionato estero, sebbene in un club di bassissimo profilo, fu grazie ad Adelmo Paris, che era stato un’ottimo mediano in Serie A col Bologna qualche anno prima, e poi un valido avversario per Busuttil nel campionato maltese, portando il suo Zurrieq alla vittoria di una coppa nazionale. All’alba dei 32 anni, Paris aveva deciso di tornare a casa, nel Verbania dov’era cresciuto, ma rimase in contatto con quel promettente attaccante isolano, finendo per convincerlo a tentare l’avventura italiana. Dal Mediterraneo al lago, il passo fu più breve di quanto sembra.
Potete metterci tutti gli ostacoli che volete: la lingua, l’ambientamento a un paese diverso, il gioco più duro. Ma quella stagione, a Verbania, se la ricordano tutti come una delle più esaltanti. Busuttil – una punta veloce e fantasiosa, con una visione di gioco di gran lunga superiore allo standard del campionato Promozione – fu artefice di 8 reti in 20 partite, che valsero al club il secondo posto nel girone Piemonte-Valle d’Aosta, trasformatosi poi, tramite ripescaggio per meriti sportivi, nella promozione in Interregionale.
Il prestito però scadde, Busuttil tornò a Malta, e i tifosi piemontesi lo persero di vista. Si persero la rottura con il Rabat Ajax, che non voleva lasciarlo andare via di nuovo, e si perserò il clamoroso trasferimento in Belgio, al Genk (foto a fianco), nello stesso anno in cui un altro talento maltese, il difensore John Buttigieg, varcava i confini nazionali per accasarsi nella Third Division inglese, al Brentford.
Lo ritrovarono diversi anni dopo, all’apice della sua carriera, in un match di qualificazione ai Mondiali americani del 1994: a Palermo, l’Italia di Arrigo Sacchi passeggiò con sei reti su Malta, che riuscì però a trovare uno storico gol, con un calcio di rigore trasformato proprio da Carmel Busuttil. Fu il primo gol mai segnato dalla nazionale maltese in Italia e, se alla maggior parte degli appassionati in giro per il mondo non sembrò altro che un banalissimo gol della bandiera, sulle sponde del Lago Maggiore qualcuno forse addirittura esultò. Un anno e mezzo dopo, Malta toccava il suo miglior risultato di sempre nel ranking Fifa, raggiungendo la posizione numero 66 tra le nazionali di calcio di tutto il mondo.
Quella che il 29 febbraio sia un giorno funesto, alla fine, è solo una superstizione. Di fatto, è un giorno come un altro, con la particolarità di essere sorprendentemente raro, come raro è un giocatore di grande talento che nasce e cresce in un’isola di 316 chilometri quadrati e poco più di 400mila abitanti. Raro, ma succede.
Valerio Moggia