Tra i volti dell’Inter che ha appena conquistato lo scudetto, c’è anche quello di Cristian Stellini. Il vice di Antonio Conte, nativo di Cuggiono (provincia di Milano), nel corso di questo campionato ha fatto anche le veci del condottiero salentino quando era squalificato. Ex terzino sinistro e difensore con qualche lampo anche in Serie A, uomo fidato di Conte, una carriera passata anche dallo scandalo scommesse e ripartita allenando profughi: ecco chi è Cristian Stellini, tra i pezzi del puzzle interista che di giornata in giornata si è avvicinato al suo compimento. Quello tra Stellini e Conte è un rapporto che parte da lontano. E da quando il primo era ancora un calciatore agli ordini del secondo: i due si trovarono a Bari nel 2007 e insieme salirono in Serie A nel 2009, dopo una stagione in cui Stellini fu schierato spesso e volentieri, soprattutto nella seconda parte.
Conte lasciò i pugliesi, Cristian restò a Bari e si tolse la soddisfazione di salutare il calcio giocato segnando il suo primo gol in Serie A all’ultima giornata, nel 2-0 contro la Fiorentina, dopo una stagione con solamente tre presenze da titolare. La maggior parte delle partite in carriera, Stellini le ha giocate in Serie B: 216 presenze nel campionato cadetto, oltre cento in Serie C e 41 nella massima serie. Oltre alla salita in Serie A con il Bari di Conte, l’ex terzino ha giocato nel Como capace della doppia promozione in due anni con Dominissini in panchina: in Serie B nel 2001 e in Serie A l’anno successivo. Stellini è anche colui che mise le ali al Genoa con una prodezza indimenticabile. Campionato 2005-‘06, semifinale playoff di C. Siamo a Salerno e il Genoa è sotto di due gol contro i padroni di casa. Partita terribile, si gioca in un clima ostile. L’Arechi è rovente. Venticinquemila persone spingono la Salernitana verso la finale. Sono tutti gasati. Hanno agguantato l’ultimo treno per i playoff con una remuntada clamorosa. Il Grifone, dopo un dominio in vetta, ha perso la bussola e anche il treno della promozione diretta. Sulla sbandata pesa anche la penalizzazione, ma non solo. Il Genoa va a Salerno col morale sotto i tacchi, con il ritrovato Vavassori in panchina. Dopo l’esonero di qualche mese prima Preziosi lo richiama. È convinto che possa compattare la squadra per i playoff e in fondo si rende conto che i suoi numeri non erano così male.
O comunque migliori rispetto a quelli di Perotti. E allora un Genoa non particolarmente tambureggiante si presenta nell’inferno dell’Arechi con un atteggiamento prudente ma non rinunciatario. Prova ad attaccare ma soprattutto cerca di contenere una Salernitana indemoniata. Riesce a farlo fino al ventiquattresimo quando Ferraro anticipa Baldini e sorprende Scarpi con una girata angolatissima. È una doccia gelata per i circa quattrocento tifosi del Genoa giunti all’Arechi. Coi loro bandieroni e con la loro voce non smettono un solo secondo di farsi notare. Ma purtroppo non basta. La musica non cambia e nella ripresa la Salernitana trova subito il 2-0, ancora con Ferraro, sotto la propria curva. Sembra sia esplosa una bomba. In realtà è il boato dei tifosi di casa, con l’attaccante che ringrazia Baldini dopo un errore grossolano che gli ha permesso di infilare Scarpi con una facilità disarmante. Sembra fatta per la vittoria della Salernitana.
Il 2-0 consentirebbe ai granata di affrontare la gara di ritorno con una serenità inaspettata. Il Genoa ci prova con la forza della disperazione, prendendosi il rischio di concedere gli spazi del possibile 3-0. E dopo un rigore negato ad Illiev nel primo tempo ed un gol annullato a Coppola nella ripresa, il Grifone conquista un penalty allo scadere con un inserimento dell’inesauribile Marco Rossi. Tra tanti attaccanti dagli undici metri si presenta Cristian Stellini. Il difensore di cui ti fidi ciecamente ma anche il rigorista che non ti aspetti. Il pallone è pesantissimo. Probabilmente uno dei più pesanti della storia del Genoa. Per calciarlo ci vuole personalità, lucidità e forza.
La tecnica in un momento come questo serve relativamente. Stellini prende una bella rincorsa e sgancia un missile non troppo angolato ma davvero fortissimo. 2-1 e Genoa di nuovo in corsa. I quattrocento giunti all’Arechi si scatenano nello spicchio a loro riservato. Vavassori e i ragazzi pure, consci di poterla ribaltare al Ferraris nella partita di ritorno. Una partita ancor più spettacolare e indimenticabile, con il gol decisivo allo scadere e la gloria eterna conquistata da Dante Lopez.
Prima della magia, il momentaneo vantaggio di Stellini da fuori area e il pareggio tragico di Magliocco con un tiro chirurgico dal limite. Quindi la traversa incredibile di Grabbi e il colpo di testa vincente del paraguaiano. Un miracolo sportivo le cui radici sono racchiuse in quel rigore fondamentale calciata da Stellini nella gara di andata. Non ci sono dubbi.
Dopo l’addio al calcio giocato, l’idillio con Conte proseguì al Siena. Stellini entrò a far parte dello staff tecnico, da assistente: i due salirono insieme in Serie A, con il pareggio 2-2 contro il Torino che regalò ai toscani la promozione. Nel 2011 i due passarono insieme alla Juventus, ma nel maggio 2012 il collaboratore tecnico si dimise dopo il coinvolgimento nello scandalo calcioscommesse per poi ripartire dai Survivor, squadra di profughi e richiedenti asilo iscritta al campionato Uisp di Torino: “È una cosa che mi riempie il cuore: sto a contatto con ragazzi che possono insegnarti tante cose. I nostri problemi sono nulla rispetto a quello che hanno affrontato. Avevo bisogno di una ricarica simile. Da quando ho patteggiato non riesco a vedere un futuro. Vivo giorno per giorno”. Dichiarazioni datate 27 dicembre 2012 alla Gazzetta dello Sport. Scontata la squalifica, Stellini tornò protagonista ad alti livelli allenando la Primavera del Genoa, dal 2015 al 2017, per poi passare all’Alessandria, in Serie C: due vittorie in quattordici partite di campionato ed esonero. All’Inter si è ricostituito il binomio con Conte. Oggi lo scudetto.