Da piccolo sognava di fare il trequartista e come centrocampista offensivo si impose al Varese ma Gianpiero Marini non aveva esattamente i piedi buoni: se nell’Inter lo chiamavano Pinna, un motivo c’era e non ha a che fare con la pesca subacquea. Eppure Marini ha scalato le vette, fino a diventare campione del mondo con l’Italia di Bearzot (fu lui a coniare il soprannome “Zio” al diciasettenne Beppe Bergomi, suo compagno all’Inter e di stanza in ritiro) e si è distinto anche come allenatore, prima di lasciare il calcio e darsi alla finanza.
Quando i nerazzurri lo acquistarono faceva preoccupare il patròn Fraizzoli: fu lui stesso a rivelare che il vecchio presidente avrebbe voluto solo giocatori sposati e lontani dalle tentazioni. Marini a 26 anni ancora celibe era un pensiero per Fraizzoli. Sul campo però era difficile trovare qualcuno più professionista di lui. Prelevato dal Varese nel 1975, resterà in nerazzurro per ben undici anni collezionando un totale di 375 presenze e 13 reti e conquistando 1 Scudetto e 2 Coppe Italia, prima della Coppa Uefa 1993-‘94 vinta da allenatore. A Panorama rivelò: “Ero l’unico negli spogliatoi a leggere Il Sole 24 ore, oltre ai quotidiani sportivi. Fu Bersellini a cambiarmi ruolo, in avanti erano coperti, il mister mi chiese di arretrare per fare schermo alla difesa con compiti di regista basso e interdizione. Bersellini era un duro, peggio di Mourinho, era estremamente rigido, pretendeva tantissimo da tutti i suoi giocatori, curava in maniera maniacale la preparazione fisica. Lui e Ilario Castagner, con cui ho chiuso la carriera, sono stati senza dubbio i migliori tecnici che ho avuto. Castagner tatticamente era avanti dieci anni sugli altri. Ci guidò a due semifinali di Coppa Uefa perse per un soffio con il Real Madrid”.
La Coppa Uefa fu proprio Marini a vincerla come tecnico, nel ‘94, quando fu chiamato a sostituire l’esonerato Bagnoli. Fa l’allenatore ancora un po’: nel dicembre 1996, alla fine del girone d’andata di Serie C1, lo assume il Como in sostituzione di Scanziani, poi va alla Cremonese, ancora a Como, quindi allena l’Under 21 di B nel 2001 ma nel frattempo, diventa un broker finanziario, mettendo a frutto una passione che coltivava già ai tempi della militanza calcistica e cui si dedicherà a pieno dopo l’esperienza in Figc.