Il club catalano che ha resistito alla dittatura franchista
Mar 2, 2024




Questa è la storia del Club Esportiú Júpiter, poi Hércules, che negli anni Venti e Trenta fu centro di resistenza alle dittature di Primo de Rivera e al golpe franchista.

Il club del quartiere Poblenou di Barcellona

A ogni buona storia di un club devi aggiungere il contesto dei suoi giorni di fondazione. Così, come in Argentina, in principio l’Argentinos Juniors si chiamava Mártires de Chicago (a causa del massacro degli operai che lottavano per i propri diritti in quella città americana nel 1886) o iI nome Independiente fu scelto per differenziarsi dai datori dove lavoravano (il negozio “A la ciudad de Londres”): avevano formato il club Maipú Banfield e i dipendenti di rango inferiore pagavano una quota sociale che permetteva loro di assistere alle partite, ma non di parteciparvi. Insoddisfatto, un gruppo si separò e formò il proprio club. Logicamente decisero di chiamarlo Indipendente.

Anno 1916

Tuttavia, la motivazione che ci ha indotto per questa righe è molto lontana dai club che attualmente hanno sede a La Paternal e Avellaneda. Questo è il Club Esportiú Júpiter, un club catalano fondato nel 1909 a Barcellona. I suoi fondatori erano inglesi (difficile che non lo fossero allora): i fratelli Mauchan, che erano operai nel quartiere di Poblenou. Da subito, il nuovissimo club riflette lo spirito operaio del quartiere stesso, massimo esponente della rivoluzione industriale in Catalogna. E anche in tutta la Spagna.

Nel primo campo con le fabbriche sullo sfondo, anno 1913

I fondatori di Júpiter, e anche i suoi giocatori, non si sono fermati alla simpatia del quartiere. Già negli anni ’20, quando il club fu federato e partecipò ai campionati, divenne una squadra che giocò un ruolo militante ai tempi della dittatura di Primo Rivera, nella Seconda Repubblica, nella guerra civile e già negli anni ’30 durante l’inizio del lungo periodo di un altro dittatore militare spagnolo: Francisco Franco.

L’evoluzione dello stemma

L’unicità è che la maggior parte dei membri di Júpiter erano anarchici, poiché il quartiere di Poblenou era anche il quartier generale dell’anarchismo a Barcellona. Fu lì che si stabilì Buenaventura Durruti, figura emblematica dell’anarchismo e del sindacalismo catalano. L’epoca di maggior splendore di Júpiter nel calcio (contava circa duemila iscritti, una cifra significativa per l’epoca) coincise con un periodo formidabile in Spagna negli anni Venti. I suoi tifosi, anch’essi anarchici, con la complicità del club, approfittavano delle trasferte della squadra per mettere le armi nei palloni e trasportarli così in giro per il Paese.

CE Júpiter nel 1944 prima della sfida contro il Barcellona

A quel tempo, i palloni da calcio vecchio stile non erano sigillati ermeticamente come lo sono oggi. Avevano i lacci come una pantofola. Gli anarchici li slegavano, tiravano fuori la camera d’aria e mettevano dentro le pistole smontate. Nel 1925 Júpiter toccò con le mani il cielo del calcio: fu campione del Girone B in Spagna. Quella che oggi sarebbe la Seconda divisione.

La tribuna in legno del campo “Lope de Vega”

Júpiter è stato un pioniere in Catalogna e all’inizio è cresciuto insieme al Barcellona. Poi è scoppiato un incidente con il club blaugrana. Proprio in quel 1925 dove gli anarquistas ottennero il titolo di seconda divisione, il Barcellona divenne campione in Coppa di Spagna.

Per festeggiare insieme il doppio successo giocarono una partita nel vecchio stadio del Barça. La Royal Navy britannica, che quel giorno era ancorata nel porto di Barcellona, prese parte al match ed eseguì la Marcia reale, poi l’inno spagnolo. Il pubblico reagì con i fischi e questo sconvolse le autorità. Di conseguenza, chiusero il campo e Júpiter venne sospeso per sei mesi dalla partecipazione ai tornei.

Júpiter non solo simpatizzava con l’anarchismo, ma contribuiva finanziariamente donando al movimento gran parte dei suoi profitti. Poi, lo stadio fu anche trasformato in un nascondiglio per ospitare un arsenale di armi pronto per la rivoluzione.

Sebbene non si abbiano dati certi sulla veridicità dei fatti, il campo di Júpiter si colloca come uno dei principali centri della resistenza anarchica al colpo di stato del generale Franco del 1936. La leggenda narra che da lì partirono due camion carichi di armi per combattere l’insurrezione fascista. Poiché al regime militare non piaceva il nome del club, si decise di cambiarlo in Hércules.

La dittatura franchista ha cercato di far diventare l’ Hércules una filiale del club Espanyol (l’attuale clásico avversario del Barcellona in città) per finire demolire le radici storiche partendo dal suo nome storico. Non ebbe successo in questo sforzo. E già negli anni Novanta, con Franco morto nel 1975, Júpiter ha recuperato i colori e lo scudo originali. Oggi gioca nei campionati catalani. Anche se, come sappiamo, l’anarchismo è già un ricordo del passato.

Mario Bocchio

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