Non ci sono parole per esprimere l’essere calcisticamente taurino di Pasquale Luiso, soprannominato, non a caso, “Il Toro di Sora”.
In campo era una fiera incontenibile: sbuffava, correva, si sbatteva con una voglia che, se tutti i compagni ne avessero avuta come lui, avrebbero vinto scudetti e coppe varie. E non era una fiera solo in senso dantesco.
Era anche una fiera di bestemmie (intesa come gran campionario di imprecazioni) soprattutto in caso di decisione arbitrale dubbia o in caso di gol sotto la gradinata dei tifosi: lo ricordiamo alla Sampdoria, fece un gol qualunque e venne dietro la porta tirandosi la maglia e bestemmiando come un forsennato: perche? Comunque grazie di tutto noi eravamo sdraiati dal ridere e dalla gioia.
Nel 1997-’98 Luiso (trasferitosi al Vicenza) entra per sempre nel gotha del calcio: semifinale di Coppa delle Coppe (la coppa più bella e romantica; infatti l’hanno abolita, caproni) contro il Chelsea: 1 a 0 al Menti, gol di Zauli; il Vicenza di Guidolin si presenta bellicoso e spavaldo a Stamford Bridge.
I blues di Vialli (allenatore-giocatore) vincono 3 a 1 e si qualificano. Di Luiso il gol della bandiera per il Vicenza. In finale il Chelsea vincerà contro lo Stoccarda grazie ad un gol di Gianfranco Zola, da Oliena. Pasquale Luiso sarà il capocannoniere di Coppa con 8 gol: un toro trascinatore.
Johnny Rivelino