La vicenda che riguarda la coppa vinta dal Lecco nell’anno 1977 nell’ambito del torneo Anglo Italiano ha assunto negli ultimi anni i contorni di un ” giallo ” non ancora risolto.
Si dovrebbe probabilmente incaricare ( riesumandolo ) Sherlock Holmes di condurre una indagine approfondita, visto che ci sono gli elementi del romanzo negli accadimenti che riguardano questo trofeo.
Dato che si tratta di una vicenda che si è svolta tra l’Italia e l’Inghilterra lasceremo la parte investigativa inglese a Holmes, mentre quella italiana proveremo a svolgerla noi.
Cominciamo dalla “Coppa”, era in argento massiccio e ad ogni torneo ne veniva prodotta una completamente diversa da quella del torneo precedente.
La manifestazione sarebbe stata poi intitolata a Gigi Peronace, grande dirigente calcistico ed ideatore del torneo. Sia per la purezza dell’argento che per l’unicità del manufatto la coppa aveva ed ha un grande valore sportivo, simbolico ed economico.
Venne realizzata dall’argentiere della Real Casa Britannica che era ” Garrand ” a Regent Street, noto in tutto il mondo per la grande cura e qualità dei suoi manufatti.
Il Lecco vinse la finale del torneo superando i bianconeri del Bath City, era il 1977 e in quell’anno i Blucelesti vinsero anche la coppa Italia di serie C, battendo la Sangiovannese.
Il Lecco nel 1977.
Chiacchierando con alcuni dei campioni lecchesi che parteciparono all’avventura aldilà della Manica, tornano in mente curiosi episodi, come quello in cui il Lecco si presentò per la partita in una località del centro Inghilterra e si trovò di fronte ad un terreno di gioco in pendenza e addirittura mancava totalmente la parte stadio. Al ricordo di questo curioso episodio, Piero Volpi, Lele Ratti e Roberto Santi ancora sorridono increduli.
E che dire, quando nella stessa trasferta in un sobborgo di Londra la squadra ospitante nella quale giocava anche il noto Greaves (calciatore di grandissimo livello anche se a fine carriera) si presentò solo 20 minuti prima del fischio d’inizio della gara, non fecero nemmeno il riscaldamento ma si cambiarono alla rinfusa e scesero in campo.
I tifosi del Bath City oggi.
Al termine della finale vinta il raggiante capitano Piero Volpi ricevette ed alzò la Coppa in un “Rigamonti” stracolmo e ribollente di genuino entusiasmo.
Ad ogni Bluceleste fu consegnata una medaglia d’oro che ricordava il torneo Anglo-Italiano. Piero Volpi ancora la conserva, mentre Roberto Santi è in possesso del catalogo completo della manifestazione con tutte le foto e le formazioni con la classifica finale dell’evento.
Zigo Zago Zandegù.
Il prestigioso trofeo fece bella mostra di se per molti anni nella sede di via Don Pozzi, fino a quando sulla Calcio Lecco si scatenò il ciclone ” Ciminelli ” che come la storia ricorda portò il Lecco al fallimento ed alla scomparsa per qualche anno dal calcio professionistico.
In questo nefasto frangente la coppa Anglo-Italiana scomparve! E ancora oggi non è ritornata in quella che è la sua vera dimora .
Leggende metropolitane narrano di avvistamenti in polverosi magazzini presso lo stadio Rigamonti-Ceppi, taluni raccontano di ex dirigenti che la tennero presso la propria abitazione, altri addirittura raccontano di mani zingare che la ricevettero affinché fosse fusa per tranne una verga d’argento. Amaro destino oppure no?
Noi crediamo che la coppa sia ancora vicino a noi da qualche parte, continueremo a cercarla perché possa essere restituita ai legittimi proprietari : il Lecco e i suoi tifosi.
Nel giugno del 2017 c’è stata la bellissima festa organizzata da un gruppo di tifosi allo stadio per celebrare, 40 anni dopo, il successo del Lecco di Oscar Massei al Trofeo Anglo-Italiano
Quindi lasceremo a Sherlock Holmes le indagini sul regale suolo inglese e noi discepoli di Tom Ponzi cercheremo nei meandri di casa nostra, perché la coppa ritorni a fare bella mostra di se’ nella casa Bluceleste.
Alvin Alborghetti