Il crollo dell’Olimpico: quando la Roma sfiorò lo scudetto, vinto dalla Juve
Dic 21, 2025

Dal sogno alla delusione in novanta minuti fatali, mentre i bianconeri approfittavano di ogni passo falso


Aprile 1986: l’Olimpico è un mare di entusiasmo. La Roma, con il suo organico stellare guidato da Viola, Eriksson e Sormani sembra destinata a sollevare lo scudetto. In campo ci sono i bomber Pruzzo e Graziani, il dinamismo di Cerezo e Ancelotti, e la classe di Boniek. Dopo una stagione all’insegna della rivalità con la Juventus di Trapattoni, battere il Lecce retrocesso appare solo una formalità.

Il neoacquisto romanista Zbigniew Boniek, fra i transfughi più in vista dalla Juventus campione d’Europa e simbolo delle rinnovate ambizioni tricolori dei giallorossi

La partita inizia nel migliore dei modi: Graziani porta subito in vantaggio i giallorossi e i tifosi iniziano a sognare. Ma la sicurezza si trasforma in leggerezza. Il Lecce, privo di pressioni, approfitta di ogni disattenzione. Di Chiara pareggia, poi Barbas firma il 2-1 su rigore prima dell’intervallo. Lo stadio, incredulo, percepisce che qualcosa sta andando storto.

Da sinistra: il giallorosso Roberto Pruzzo – per la terza volta capocannoniere della Serie A – discute con l’arbitro Luigi Agnolin al termine della classica fra Inter e Roma del 27 ottobre 1985
Roma, il dramma dopo la clamorosa sconfitta interna contro il già retrocesso Lecce

Nel secondo tempo la situazione peggiora rapidamente: Barbas firma il terzo gol e la Roma appare paralizzata dalla frustrazione. Anche quando Pruzzo accorcia nel finale, il gap è troppo ampio e la Juventus, vincendo contro il Milan grazie a un gol di Laudrup, balza in testa. L’Olimpico è incredulo, il sogno dello scudetto sfuma in pochi minuti.

L’ex granata Aldo Serena, con un cambio di maglia che fece discutere non poco il calcio torinese, fu tra i volti nuovi di una Juventus al tramonto del primo ciclo Trapattoni

Sette giorni dopo, la Juventus consolida il titolo vincendo ancora contro il Lecce, mentre la Roma chiude la stagione con la delusione cocente.

L’unica nota positiva per i tifosi resta Pruzzo, capocannoniere del campionato, a testimonianza del talento individuale in una stagione collettiva che finirà negli annali come una delle più amare della storia giallorossa.

Mario Bocchio

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