
Dallo scudetto del Torino alla promozione con la Sampdoria, se ne va Garritano, l’attaccante calabrese che conquistò tutti con cuore e umiltà
Ogni volta che in radio parte Rock’n’Roll Robot di Alberto Camerini, per i tifosi della Sampdoria non è solo una canzone d’altri tempi: è il ricordo di un uomo che seppe conquistare Marassi con il sorriso e con il cuore. “C’è poi quel tipo strano, vedrai ti piacerà, si chiama Garritano, ci porta in Serie A”. Così cantava la Sud nell’estate dell’82, quando la Samp ritrovò la Serie A e Salvatore Garritano ne era uno dei protagonisti.

L’ex attaccante calabrese si è spento nella sua Cosenza, a 69 anni, dopo una lunga lotta con una leucemia. Nato il 23 dicembre 1955, cresciuto nella Morrone, Garritano aveva portato in campo la testardaggine e la passione della sua terra.
Il grande salto arrivò nel 1975, quando il Torino lo volle dalla Ternana per completare una squadra destinata allo scudetto. In quella stagione storica, accanto ai “gemelli del gol” Pulici e Graziani, trovò spazio e segnò anche un gol importante contro il Milan.

Poi gli anni di Atalanta, Bologna, Pistoiese e infine la Sampdoria, dove la sua generosità lo rese uno degli idoli della promozione in A del 1982. Fu un calciatore di sostanza e cuore, più che di statistiche. Con la Nazionale Under 21 vestì dieci volte l’azzurro, segnando quattro reti. Un grave infortunio ne rallentò la carriera, ma non intaccò la sua dedizione per il gioco.


Nell’Atalanta (a sinistra) e nel Bologna
Negli ultimi anni aveva raccontato con lucidità la propria esperienza nel calcio degli anni Settanta e Ottanta, denunciando l’abuso di farmaci e sostanze ma senza amarezza, come un atto d’amore verso quello sport che non aveva mai smesso di seguire.
“Il calcio mi ha dato tanto, ma mi ha anche lasciato presto solo”, confidò una volta. Oggi lo ricordiamo così: un uomo semplice, un calciatore vero, uno di quelli che non avevano bisogno dei riflettori per lasciare il segno. E nei bar di Genova, ogni volta che parte Rock’n’Roll Robot, c’è sempre qualcuno che sorride e sussurra: “C’è poi quel tipo strano… si chiama Garritano”.
Mario Bocchio
