
Fratello di Luigi e del più celebre Aldo, fu difensore tra Serie B e C e tecnico delle giovanili del Milan
Con la scomparsa di Attilio Maldera, a 76 anni, si chiude una storia familiare profondamente intrecciata con il calcio italiano. Nato a Corato, in Puglia, nell’aprile del 1949, era il maggiore dei tre fratelli Maldera, cresciuti tra i campi di periferia e l’amore per il pallone. Da bambino si trasferì con i genitori a Milano, dove il padre aprì un negozio di frutta a Bresso: lì sarebbero nati i legami, sportivi e affettivi, che fecero dei Maldera un nome caro al calcio rossonero.

Come i fratelli Luigi e Aldo, Attilio mosse i primi passi nel Milan, dove disputò cinque stagioni nel settore giovanile, tra il 1965 e il 1970, giocando nel campionato De Martino, la vecchia Primavera. Non arrivò mai al debutto ufficiale in prima squadra, ma la sua carriera proseguì dignitosamente tra Cesena, Alessandria e Bari, con 68 presenze in Serie B e due campionati di Serie C vinti, fino all’esperienza con il Sant’Angelo.

Difensore duttile, serio e affidabile, Attilio era di quelli che fanno squadra più che notizia. Terminata la carriera da calciatore, restò nel mondo del calcio dedicandosi alla formazione dei giovani: allenò le giovanili del Milan e in seguito divenne tecnico federale, docente nei corsi UEFA per aspiranti allenatori.


Attilio e Aldo Maldera prima di un Bari.Milan (a sinistra) e Maldera II con la maglia dell’Alessandria
Dopo la morte di Aldo, nel 2012, e di Luigi nel 2021, la famiglia Maldera perde ora il suo ultimo testimone. Con Attilio se ne va non solo un ex calciatore, ma l’ultimo tassello di una famiglia che ha fatto del calcio la propria lingua madre.
Mario Bocchio
