Gloria e lacrime nerazzurre: l’epopea europea dell’Inter
Mag 31, 2025

C’era una volta una squadra nata da una visione: Internazionale, perché aperta al mondo, ai talenti che parlavano lingue diverse ma sentivano la stessa fame di gloria. Era il 1908, e da allora l’Inter ha scritto pagine indelebili di calcio. Ma fu in Europa che la leggenda si fece epica, tra notti stellate e incubi che ancora popolano i sogni dei suoi tifosi.

Era l’epoca del Mago, Helenio Herrera, e del presidente Angelo Moratti. L’Inter era una macchina da guerra, un meccanismo perfetto che mescolava catenaccio e colpi di genio. Nel 1964, al Prater di Vienna, Mazzola e compagni piegarono il Real Madrid, simbolo del potere calcistico dell’epoca. L’Europa si inchinava ai nerazzurri.

1964, Vienna: Inter-Real Macdrid 3-1. I nerazzurri vincono la loro prima Coppa dei Campioni

Nel 1965, il bis: a San Siro, davanti a un popolo in delirio, Jair e Corso piegarono il Benfica. Due Coppe dei Campioni, due anni di dominio. L’Inter non era solo una squadra: era una tempesta perfettamente orchestrata.


Dopo il tramonto della Grande Inter, seguirono anni di speranze e delusioni. Nel 1967, il Celtic di Glasgow ribaltò la storia nella finale di Lisbona. Nel 1972, fu l’Ajax di Cruijff a spegnere il sogno. Ogni volta, l’Inter sembrava lì, a un passo dal cielo, per poi crollare tra le lacrime.

1972, Rotterdam: Ajax-Inter 2-0. Bellugi e Keizer in una fase di gioco

Gli anni ’90 furono la stagione del riscatto. Non più dominatrice in Serie A, l’Inter trovava però nell’Europa della Coppa UEFA il suo terreno fertile. Nel 1991, i gol di Matthäus e Berti portarono la prima Coppa UEFA. Nel 1994 e nel 1998, altri due trionfi, con il Principe Zamorano, Ronaldo il Fenomeno e Zanetti a illuminare le notti europee.

Dennis Bergkamp solleva la Coppa UEFA 1993-’94

Tre Coppe UEFA in meno di dieci anni: non era la Champions, ma era pur sempre Europa, e l’orgoglio nerazzurro brillava forte. Ma il capolavoro arrivò nel 2010. Mourinho alla guida, Milito in stato di grazia, una squadra matura e feroce. Dopo aver eliminato il Barcellona degli dei, l’Inter alzò la Champions League a Madrid, proprio nella casa del Real, la squadra contro la quale nel 1964 aveva iniziato il suo cammino. Era la terza Coppa, ma questa valeva doppio: Triplete, mai nessuno in Italia aveva osato tanto.

1998, lo show di Ronaldo nella finale di Parigi contro la Lazio

La notte del 22 maggio fu poesia. Milito firmò il destino, Zanetti alzò la coppa, e un’intera generazione di interisti scoprì il sapore eterno della vittoria perfetta.

L’Inter del “Triplete” di Mou festeggia la Champions vinta contro il Bayer Monaco

Ma l’Inter conosce anche il dolore. A Istanbul nel 2023, dopo una cavalcata quasi miracolosa, fu il Manchester City a fermare il sogno. Una sconfitta che brucia ancora, perché l’Inter fu grande, ma non bastò. Come nel 1967, come nel 1972: il confine tra l’apoteosi e il rimpianto è sempre sottile.

L’Inter in Europa è come un eroe greco: esaltato dagli dei, punito dal destino, ma mai domato. Tra coppe alzate al cielo e finali perse con l’onore dei grandi, la storia europea dell’Inter è un poema epico scritto con l’inchiostro del cuore. E ogni stagione, per i suoi tifosi, è una nuova odissea. Perché con l’Inter non si vince sempre. Ma si vive, fino in fondo.

Mario Bocchio

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