Il portiere lanciato da Arrigo Sacchi
Gen 3, 2025

Faccia squadrata, poche parole e molti fatti: Marco Landucci è un lucchese che a Firenze ha trovato da giocatore almeno la sua seconda patria. Cresciuto nella Primavera viola, finisce a Parma nel 1985 e a 22 anni diventa il portiere meno battuto della C1 con appena 14 gol subiti in 34 partite, roba da saracinesca vera con promozione in B compresa.

La rosa e lo staff tecnico del Parma per la stagione 1985-’86

L’allenatore è un certo Arrigo Sacchi, abituato a costruire le sue squadre dalle fondamenta, cioè dalla difesa (qualcuno ha detto Gianluca Signorini? Esatto) e possibilmente da un portiere insuperabile: Landucci lo conosce fin da quando allenava la Primavera della Fiorentina campione d’Italia proprio con Marco come numero 1, nel 1982.

Un Landucci che comunque è il precursore di altri grandi portieri sacchiani come Giovanni Galli e Sebastiano Rossi, insomma. Curioso che il vice di Landucci in quel Parma sia Luca Bucci, futuro grande estremo difensore dei ducali e chiamato in nazionale proprio da Sacchi.

Nel Parma promosso in Serie B al termine della stagione 1985-’86

La B non se la gode perché per lui è pronto il salto direttamente in Serie A, quando un portiere giovane di C1 se bravo poteva diventare titolare tra i grandi. L’azzardo calcolato è del “sergente di ferro” Eugenio Bersellini, che lo richiama alla Fiorentina.

Inizia per Landucci un quadriennio in cui è il titolare di una squadra che fatica ad entrare nel circolo delle grandi, anche se la Fiorentina raggiunge la finale di Coppa Uefa del 1990, persa contro la Juventus. E pensare che il suo debutto in maglia viola in Coppa Italia contro la Casertana era coinciso con una sua papera su tiro di Petriello passatogli sotto le gambe.

Parata acrobatioca ai tempi della Fiorentina

Gioventù e bravura comunque lo portano ad essere il terzo “incomodo” per la nazionale dietro i due mammasantissima Zenga e Tacconi. Per l’Europeo del 1988 a un certo punto rischia la chiamata all’ultimo da parte di Azeglio Vicini per via di un problema urgente capitato al secondo, ma mentre è in vacanza a Lido di Camaiore a Landucci non rimane che abbandonarsi allo sconforto, visto che Tacconi guarisce e va in Germania Ovest.

Nel 1991 dopo la Fiorentina rimane in Toscana, coraggiosamente scendendo di categoria, nella “sua” Lucchese con Marcello Lippi in panchina. Grande stagione anche qua, ma la concorrenza altrove è sempre molto forte.

Tre maglie per Landucci. Da sinistra: Lucchese, Avellino e Brescia

Masticherà di nuovo la A solo grazie a un Brescia “minore” prima di accasarsi con l’Avellino in C1 tra 1994 e 1995, ultimo campionato da protagonista di Landucci decisivo nella finale dei playoff contro il Gualdo.

Appesi i guantoni al chiodo diventerà eccellente allenatore dei portieri alla Fiorentina, al Grosseto e soprattutto al Cagliari, dove inizierà la sua collaborazione con Massimiliano Allegri, che è proseguita sino al suo addio alla Juventus non più solo focalizzata sugli estremi difensori.

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