Il portiere che il mondo invidiava
Dic 19, 2024

Dopo l’eliminazione e la mancata partecipazione al Mondiale in Messico, l’Argentina si preparò a Germania ‘74 con la disorganizzazione caratteristica di quegli anni e generando, solo modeste, aspettative. Rivedendo la rosa dei convocati di quella squadra, è difficile comprendere, a priori, lo scarso entusiasmo che la squadra suscitò sui media specializzati nei giorni precedenti il ​​temuto esordio contro la Polonia. Non mancavano nomi brillanti dal nostro punto di vista attuale, anche se certamente nessuno nella loro versione migliore in quel contesto: Perfumo, Telch, Yazalde, Poy e Togneri erano già alle prese con la fase calante della loro carriera;  Houseman, Kempes e Fillol non erano ancora quelli che sarebbero stati presto. Forse Brindisi, Babington, Heredia e Quique Wolff erano ​​più consolidati o ad alto rendimento.

In copertina dopo una sfida con il Paraguay

Tuttavia, per la rivista El Gráfico l’unico giocatore della squadra che meritava una nota di tre pagine a colori nell’edizione che registrò l’esordio della squadra in Germania fu Daniel Carnevali, all’epoca portiere dell’Unión Deportiva Las Palmas, in Spagna.

Il famoso articolo di “El Gráfico”: “Il portiere che tutto il mondo ci invidia”

Nell’articolo si sosteneva che “…Un’intera tournée per la conclusione del”. Nella didascalia di una foto in cui appariva insieme a Santoro e Fillol, gli altri portieri della rosa, si leggeva che Carnevali era “la figura indiscussa della Nazionale”. L’infatuazione era tale che il servizio si intitolava “Il portriere che tutti ci invidiano”. Oggi suona esagerato se ricordiamo che a quello stesso Mondiale parteciparono Sepp Maier, Dino Zoff, Ladislao Mazurkiewicz, Tomislav Marić e il polacco Tomaszewski.

L’Argentina del Mondiale del 1974

Nell’ultimo paragrafo, l’autore dell’articolo, Héctor Onesime, ha raddoppiato la scommessa: “…non sappiamo se i nostri giocatori deluderanno ancora in questo continente che ha visto passare con stupore un’espressione discreta del calcio argentino” (si riferiva al tour precedente che aveva visto una disfatta danzante contro l’Olanda). “Ma siamo tutti convinti che la speranza si fonda sulla capacità di Daniel Carnevali. Un giocatore che, nonostante tutto, l’Europa continua a invidiarci”.

Sempre “El Gráfico” e sempre Carnevali: “La colpa è mia”

A quel tempo, a causa dei tempi industriali, El Gráfico inviava al laboratorio un foglio freddo, quello a colori, durante la settimana. A quelle pagine già stampate, in chiusura della serata domenicale, si è aggiunta la notizia diffusa con il materiale caldo del fine settimana.

In Spagna nel Las Palmas

Questo dettaglio spiega l’esilarante paradosso che nello stesso numero della rivista sia stato pubblicato il servizio celebrativo di Carnevali che il mondo invidiava nelle pagine di centro, preceduto dalla cronaca del giornalista Juvenal della sconfitta per 3-2 contro la Polonia, in cui il portiere aveva ha avuto la responsabilità decisiva in due dei tre gol. L’altro per completarlo è stato un regalo con un fiocco di Perfumo.

“La colpa è mia” era il titolo del frettoloso resoconto che Jose María Otero, un altro rappresentante di El Grafíco ai Mondiali, ha fatto ad uno sconsolato Carnevali dopo il confronto con la realtà che ha colpito la Selección a  Stoccarda. Juvenal ha dato un voto al portiere e gli ha assegnato un bel quattro.

Un primo piano d Daniel Carnevali

Nella partita successiva, il pareggio contro l’Italia con quell’indimenticabile gol di Houseman, Carnevali fece registrare un sette in pagella. Contro Haiti, che non ci ha mai attaccato – 4 a 1 – Onesime gli ha affibbiato un otto e così l’Argentina è riuscita ad arrivare alla fase finale con quattro squadre l’una contro l’altra. L’Olanda ha confermato quello che è stato visto nel il tour precedente e ha rifilato quattro gol all’Albiceleste. Per El Gráfico Carnevali ha giocato da sei. Più tardi il Brasile ha vinto 2 a 1 e l’Argentina è rimasta senza scampo, praticamente eliminati. Cinque è stata la valutazione per Daniel Carnevali.

Al Mondiale del 1974, contro l’Olanda di Johan Cruijff

E quella fu l’ultima volta che il portiere che tutti invidiarono vestì i colori argentini.

Insieme a Maradona

Per la restante partita contro la Germania dell’Est, giocata due giorni dopo la morte del presidente Perón, l’allenatore argentino Vladislao Cap decise di concedere a Carnevali un periodo di riposo o un premio per il sostituto. Informò Santoro della sua decisione, ma il portiere dell’Independiente rifiutò l’opportunità di avere almeno dalla sua una partita del Mondiale, sostenendo che era fuori forma. Alcune versioni dicono che Santoro fosse in realtà profondamente depresso per la morte di Perón, senza voglia di giocare. Cap poi fece marcia indietro e disse a Carnevali che avrebbe riavuto il suo posto. Carnevali si è sentito offeso dal quel ritorno sui suoi passi e si rifiutò di giocare. In mezzo a quella confusione comparve il terzo portiere, un giovane Ubaldo Matildo Fillol e disse: “Ragazzi, anch’io sono un portiere. Per quale ragione mi hanno portato? Giocare in in allenamento come ho fatto fino ad ora?”.

Cap lo ha mandato in campo nella squadra contro la Germania dell’Est. L’Argentina ha pareggiato 1 a 1 ed El Gráfico ha “regalato” un cinque a Fillol senza spendere una battuta né a favore né contro.

Mario Bocchio

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