Il calciatore che non ha resistito alla chiamata di Cristo
Dic 13, 2024

“Tu es sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchizedek…”

L’8 giugno 2019 Patrick Kaesberg, appena 33 anni, è stato ordinato sacerdote nella cattedrale dall’arcivescovo Hans-Josef Becker, insieme ad altri due colleghi del Seminario arcivescovile di Paderborn (Germania), sua città natale.

Patrick, che per anni è stato un calciatore professionista, ha iniziato il suo legame con Dio fin dall’infanzia. Infatti, ha servito come accolito nella parrocchia Heiliger Martin di Schloß Neuhaus dalla sua prima comunione fino alla laurea. Poi ha dovuto affrontare la decisione di proseguire gli studi oppure di abbracciare la sua passione: il calcio.

L’ordinazione sacerdotale

Era un giovane entusiasta di eccellere nello sport e dei benefici associati al successo. Ma oltre a dedicarsi al calcio, ha mantenuto il suo legame con Dio… e non è stato facile, ammette in una pubblicazione sul portale Westfalen-Blatt, resistere alla chiamata che sentiva nell’anima.

Patrick Kaesberg (a destra) in azione

 

Ha giocato per la squadra del Paderborn e poi per l’Arminia Bielefeld, gareggiando contro Borussia Dortmund e Schalke. Non è stato un percorso facile per entrare nel calcio professionistico, ma finalmente nel 2006 è stato ingaggiato dal Darmstadt e poi dall’Aachen. Ma tra i suoi compagni atleti non si adattava. “Molti sono disposti a spingere gli altri con i gomiti”, ricorda e confida: “Carriera, sesso, soldi e potere. Tutto questo è davanti a te, ma sentivo che finalmente niente mi avrebbe reso felice…”.

Nel Darmstadt 1898

I suoi compagni di squadra sapevano che era un credente e lo prendevano in giro quando andava in chiesa. Patrick non si fece intimorire, accettò di restare solo con la sua fede in quell’ambiente sportivo e di studiare contemporaneamente Economia aziendale all’Università di Scienze Applicate di Bergisch Gladbach. Mentre cercava di raggiungere i suoi obiettivi nello sport e negli studi, non smise mai di sentire la chiamata di Gesù al sacerdozio. Nei dialoghi intimi con lui, dice, rispondeva solo: “Chiama da qualche altra parte, ci sono abbastanza persone che puoi chiamare”.

Meglio un prete che un calciatore professionista: Patrick Kaesberg guarda fuori dal suo ufficio nella chiesa di San Martino a Netphen

Fu alla fine dei suoi studi universitari che Patrick Kaesberg piegò le ginocchia davanti al suo amato Signore Gesù e accettò di entrare nel seminario di Paderborn. L’ex calciatore dal 2012 al 2017 ha studiato teologia a Paderborn, Gerusalemme e Monaco, laureandosi e conseguendo un master in teologia. Di quegli anni ricorda con gioia le messe alle sette del mattino a Città del Capo (Sudafrica) dove fece un breve tirocinio universitario. “Celebrare sacramentalmente la stessa fede cattolica in tutto il mondo è qualcosa di incredibile”, dice.

Intervistato non appena era stato ordinato sacerdote dai media tedeschi, l’ex calciatore disse di non vedere l’ora di “condurre le persone a incontrare Cristo”, celebrare messe e ascoltare le confessioni. “… Se non credessimo che la salvezza si realizza attraverso i sacramenti, non avremmo bisogno di essere sacerdoti”.

Mario Bocchio

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