Herbert potrebbe anche chiamarsi Prohaska, ma sembra comunque un giocatore sudamericano con i suoi capelli selvaggi e i baffi da gregario. Ma Herbert Prohaska è nato a Saalfelden l’8 agosto 1955, nel profondo dell’Austria e ha giocato a calcio come un brasiliano fin da giovanissimo, sognando il Rapid Vienna, il club che tifava fin da piccolo. Ma è proprio con il vicino austriaco Memphis Austria Wien, nemico di lunga data, che Prohaska inizia la sua carriera nel 1972. Un primo dribbling sul piede sbagliato, che chiama altri in campo.
Anche se gioca due volte all’ora – i suoi compagni lo chiamano “lumaca” – analizzando ogni suo movimento, Herbert Prohaska si impone molto rapidamente all’Austria Wien. In otto stagioni, dal 1972 al 1980, vinse quattro scudetti (1976, ‘78, ‘79 e ‘80) e tre coppe nazionali (1974, ‘77 e ‘80). Giusto per far incazzare gli amici che ancora sostengono il Rapid. Prohaska lascia l’Austria con una doppietta mentre l’Italia apre i suoi confini ai calciatori stranieri. Perchè no? Dopotutto sembra davvero un palleggiatore colombiano di prim’ordine.
Prohaska sulle figurine “Panini”
L’Inter si lascia affascinare dal cantautore baffuto e lo ingaggia per due anni (1980-‘82). Due stagioni chiuse con un titolo: la Coppa Italia (1982). Al termine del suo contratto con l’Inter, la Roma ingaggia il centrocampista austriaco. Il club romano aspirava a vincere uno scudetto che finalmente ottiene al termine della stagione con Prohaska alla guida, siamo nel 1983. Herbert può assomigliare a Mort Shuman, ma non è venuto in Italia per pisciare sul Lago Maggiore.
Parlando alla grande e dovendo essere teso, Herbert Prohaska all’età di 28 anni decide improvvisamente di prendere tutti dalla parte sbagliata.
Al rallentatore, come al solito. Dopo il titolo di campione italiano, lascia la Roma e torna nella sua casa austriaca, all’Austria Wien! I suoi amici sono disgustati, soprattutto da quando è rimasto lì fino alla fine della sua carriera nel 1989, non senza aver racimolato qualche altro trofeo lungo la strada: i titoli nazionali 1984 e ‘85 e una doppietta coppa-scudetto (1986).
Herbert Prohska lascia quindi il palco per assumere ovviamente il ruolo di allenatore dell’Austria Wien. Gli amici non gli parlano più ma ricordano ancora le sue 83 presenze con la nazionale austriaca e la partecipazione ai Mondiali del 1978 e dell’82. Due esibizioni incoraggianti – le qualificazioni agli ottavi – e l’emergere di una generazione di talenti come Herbert, l’Austro -Rasta “Snail” e i suoi amici Krankl, Pezzey, Koncilia e Schachner. Che mondo adorabile.
Mario Bocchio