Andrzej Szarmach oggi ha 73 anni. Ha segnato sette gol in tre Coppe del Mondo ed è stato capocannoniere dei Giochi Olimpici: anche lo stesso Robert Lewandowski può solo sognare tali risultati in nazionale!
Ai tempi del calcio, Szarmach veniva chiamato “Il Diavolo” e in realtà aveva un carattere difficile e regole originali. Ha avuto conflitti con i compagni, a volte con gli allenatori, si è messo nei guai fuori dal campo, e anche recentemente si è parlato dei suoi problemi nella sua vita personale con episodi di violenza domestica. E quando, in gioventù, è stato accoltellato da un “autore sconosciuto”, ha detto alla polizia che lo stava interrogando che non sapeva nulla e non ricordava nulla, il che era un segnale in codice che aveva saldato tali conti lui stesso, senza l’aiuto della legge.
Ha saputo mostrare la sua natura diabolica anche in campo. Grazie a lei, è diventato un giocatore di football eccezionale, un eccellente realizzatore. Anche il giovane Eric Cantona, arrabbiato, ha dovuto riconoscere la classe di Andrzej Szarmach. Nelle prime partite di campionato contro l’ Auxerre, la futura stella del Manchester United ha giocato al fianco del polacco e si è limitato a guardare educatamente mentre il vecchio maestro segnava sei gol in due partite. A quel tempo Szarmach aveva già 33 anni e queste non furono affatto le sue più grandi imprese nella sua carriera calcistica.
“Ai Mondiali del 1974, Grzegorz Lato era in grado di superare qualsiasi avversario, ma Szarmach era l’attaccante più pericoloso del mondo” dice il portiere Jan Tomaszewski. È stato un cecchino che ha segnato gol in tre Mondiali consecutivi ed è stato anche il capocannoniere dei Giochi Olimpici di Montreal. Immaginiamo che non tutti se ne rendano conto. Disse l’allenatore Andrzej Strejlau: “Potrebbe saltare sulla palla! Ho avuto l’impressione che fosse sospeso in aria perché aspettava la mossa del portiere e solo allora ha tirato di testa verso la porta”. Era già un grande nel Górnik Zabrze, poi nello Stal Mielec, ma è stato solo all’Auxerre, quando era già sulla trentina, che ha raggiunto la sua forma migliore come cecchino.
Szarmach in Francia nell’Auxerre
Ecco perché è ancora più un peccato che non abbia giocato la semifinale contro l’Italia nel 1982. “Avevamo bisogno di lui, quindi conveniamo che l’allenatore ha commesso un errore – dice ancora oggi il centrocampista Janusz Kupcewicz – Sapendo come è andata a finire, e per tranquillità, posso dire che Szarmach avrebbe dovuto essere almeno in panchina, in modo da poter giocare, se necessario” .
Mario Bocchio