Il 15 novembre 1921, nella città italiana di Buie d’Istria, nacque un bambino battezzato come Ernesto Servolo Vidal. La penisola istriana è passata di mano più volte nel corso della storia (Venezia, Austria, Francia napoleonica, ancora Austria e, dopo la Prima Guerra Mondiale, Italia) e continuerà a passare di mano dopo la Seconda Guerra Mondiale, a partire dalla breve durata dello Stato Libero di Trieste e poi dalla Jugoslavia. Infatti la città natale di Vidal oggi si chiama Buie e appartiene alla Croazia. Il cognome spagnolo del nostro protagonista ci riporta alla Guerra di Successione Spagnola (1701-1715) e all’esilio di molti dei perdenti di quel conflitto (gli austracisti).
Dopo la vittoria borbonica, migliaia di sostenitori dell’arciduca Carlo (da 25.000 a 30.000 persone) andarono in esilio per sfuggire alla dura repressione dello schieramento vincitore. Si stabilirono in diversi regni italiani con un passato spagnolo (Sardegna, Napoli, Milano) o nei Paesi Bassi, anche se una piccola minoranza (circa 1.500) si stabilì a Vienna con il loro re e circa 800 fondarono una nuova città chiamata Nuova Barcellona nel remoto Banate di Temesvar, nell’attuale Serbia (l’attuale Zrenjanin). Questo fu il primo grande esilio politico spagnolo e sebbene molti di questi austracisti tornarono in Spagna dopo il Trattato di Vienna del 1725, una parte di loro rimase in esilio per sempre e i loro cognomi spagnoli scomparvero attraverso il matrimonio o l’assimilazione. Con qualche eccezione. Come i Vidals dell’Istria o i Torres di Budapest, uno dei cui discendenti fu anche un grande atleta
Quando Ernesto Vidal era molto giovane, la sua famiglia emigrò in Argentina, precisamente a San Francisco (Córdoba) e il nostro protagonista crebbe lì e iniziò a giocare a calcio con il fratello maggiore Güido, nelle fila dello Sportivo Belgrano all’età di undici anni. A quindici anni esordì in prima squadra e subito si distinse come veloce ala sinistra. All’età di diciotto anni firmò per il Rosario Central dove già giocava Güido e rimase in quel club fino al 1943 quando si trasferì al Peñarol di Montevideo. Gli anni in cui rimase in Uruguay furono i suoi migliori come calciatore, “il poliziotto” si affermò sulla fascia sinistra e vinse quattro campionati uruguaiani. Il suo livello era così alto che nel 1950 fu convocato da Juan López Fontana per i Mondiali con la maglia dell’Uruguay. Non era cittadino uruguaiano (era pur sempre cittadino italiano) e si era recato in Brasile nell’aprile 1950 con il passaporto italiano, rilasciato al consolato di Montevideo il 28 dicembre 1949.
Per quanto sorprendente possa sembrarci, a quel tempo non era essenziale essere cittadino del paese rappresentato ai Mondiali e la squadra degli Stati Uniti in Brasile 1950 ne è una buona prova. Ne facevano parte un cittadino haitiano (Joseph Edouard Gaetjens), un italiano (Gino Gardassanich), un belga (Joseph André Maca), un britannico (Edward John McIlvenny) e un apolide (Adam Wolanin).
Ma l’Uruguay dovette avere qualche riserva o timore di avere un cittadino italiano in squadra e l’8 giugno 1950 (16 giorni prima dell’inizio dei Mondiali) Ernesto Vidal ottenne il passaporto uruguaiano. Ne abbiamo la prova perché nel 1951 ritornò in Brasile e lo fece come cittadino della Repubblica Orientale dell’Uruguay. In questo visto leggiamo che il suo passaporto uruguaiano gli fu rilasciato dalla Polizia di Montevideo l’8 giugno 1950.
Nei Mondiali del 1950 in Brasile Ernesto Vidal giocò nella prima partita contro la Bolivia (8-0, segnò 1 gol) e nelle partite della fase finale contro Spagna (2-2) e Svezia (3-2). Saltò per infortunio la partita decisiva contro il Brasile (1-2) che regalò all’Uruguay il secondo Mondiale (o il quarto, contando i tornei olimpici del 1924 e del 1928).
Il visto di entrata in Brasile (a sinistra) e Vidal nella Fiorentina
Nel 1953 si recò in Italia per giocare con la Fiorentina e la Pro Patria ma gli infortuni gli impedirono di avere successo e tornò al Peñarol dove si ritirò nel 1956. Ritiratosi dal calcio, si stabilì di nuovo in Argentina e morì il 13 giugno 1974 all’età di 52 anni.
Riassumendo. Ernesto Servolo Vidal, discendente degli austriaci spagnoli nati in Istria, fu italiano, argentino e uruguaiano e vinse la Coppa del mondo di calcio nel 1950.
Mario Bocchio