Raffaele Trentini ha 79 anni. È un dinamico pensionato che, dopo un lungo girovagare nello Stivale, ha deciso di vivere tra le colline ubertose di uno dei posti più incantevoli d’Italia, Costeggiola, dove viene prodotto uno dei vini più apprezzati della tradizione italica: il luogo natio tra San Bonifacio e Soave, nella fertile provincia veronese. Gianluigi Buffon, campione del mondo nel 2006, vincitore di una messe infinita di titoli con la Juventus, ha scritto una pagina straordinaria nella storia della Serie A.
Cosa hanno in comune Trentini e Buffon? I record di imbattibilità. Buffon è infatti riuscito a mantenere la propria porta inviolata per 973 minuti consecutivi, archiviando il primato di Sebastiano Rossi in A. Raffaele Trentini, invece, portiere di talento, è passato alla storia del calcio italiano per aver detenuto per decenni il record nazionale di imbattibilità di 1.204 minuti raggiunto quando vestiva la maglia del Frosinone nella stagione 1967-‘68 (Serie D, Girone F), campionato che i canarini conclusero al secondo posto alle spalle dell’Olbia con appena 17 reti subite in 34 partite. Un record iniziato al 75’ della gara Frosinone – Tevere Roma 1-1 (dodicesima giornata) e terminato al minuto 73 del match Formia – Frosinone 1-1 per un calcio di rigore segnato da Costariol.
«Ricordo con grande piacere quella stagione – ama raccontare Trentini – Un campionato che è stato molto importante per la mia carriera perchè mi permise di farmi conoscere sul proscenio nazionale e di arrivare in Serie A al Foggia». Con i satanelli pugliesi il Cudicini ciociaro (così era stato soprannominato Trentini) avrebbe stabilito un record, ancor resistente in rossonero, di imbattibilità di 1.001 minuti. «Arrivai a Frosinone appena ventenne – aggiunge Trentini – proveniente in prestito dall’ Hellas Verona. Trovai un ambiente ideale per la mia crescita professionale: tifosi passionali e caldi, un allenatore come Corghi molto competente e una squadra che annoverava calciatori di grande valore come Gabetto, Del Sette, Da Col, Fumagalli, Caputi, Gerli, Rosati, ma tutta la squadra era di grande spessore. Nel record c’è un pochino di mio, ma senza l’ aiuto fondamentale dei miei compagni non avrei mai potuto raggiungere quel traguardo che mi sento di condividere con ognuno di loro».
L’imbattibilità finì al Perrone di Formia al 73’ per un calcio di rigore trasformato da Costariol, che qualche anno dopo avrebbe vestito la maglia giallazzurra. Ma quel rigore c’era ? «Fu Egidio Fumagalli a commettere il fallo, ma addossargli delle colpe specifiche sarebbe ingeneroso perchè quel giorno, comunque, disputò una grande partita e in generale fu uno dei migliori del Frosinone di quell’anno. Fu un episodio diciamo sfortunato».
Trentini viene ricordato con grande piacere dai tifosi più maturi del Frosinone e viene citato come uno dei portieri più forti di sempre del calcio frusinate e foggiano.
Insieme al grande Franco Mancini – come ha ricordato Tullio Imperatrice – è stato il più grande estremo difensore della storia dei pugliesi, il ragno nero rossonero.
Trentini arrivò come terzo portiere alle spalle di Moschioni e Pinotti, ma l’estremo difensore si prese i gradi di titolare nella stagione successiva conclusa con la promozione in Serie A dei rossoneri sancita con la vittoria nell’ultima giornata contro il Livorno per 3-1 con le reti di Mola, Maioli e Bigon per i satanelli.
Dopo un anno nefasto in Serie A concluso con una retrocessione amara, dove fu capace di parare un rigore alla prima giornata al suo esordio nella massima serie a Maddè in un Foggia-Torino 1-1, nella stagione 1972-‘73 Trentini marchiò indelebilmente il suo nome nella storia rossonera. Infatti, come detto, Trentini stabilì il record di 1001 minuti di porta inviolata che va dal gol di Corradi al 70’ in Genoa-Foggia (3-1) del 25 febbraio del 1973 alla rete di Spagnolo il 20 maggio del 1973 in Foggia-Reggiana (3-1). I ragazzi di Toneatto conquistarono la promozione alle spalle di Genoa e Cesena e davanti all’Ascoli, con la vittoria decisiva in casa contro il Como per 1-0 alla penultima giornata con rete su rigore di Giorgio Braglia.
Nel campionato di Serie A successivo, stagione 1973-‘74, Trentini suo malgrado divenne protagonista di uno dei gol più belli della storia del calcio italiano quando, nella gara Inter-Foggia del 18 novembre del 1973, in mezza rovesciata di sinistro su assist di Facchetti, Boninsegna insaccò alle spalle del portierone rossonero. Il grande Bonimba, autore di quattro reti in quella gara, e Trentini divennero grandi amici con il ragno nero rossonero che simpaticamente ha sempre ringraziato per averlo innalzato agli onori della cronaca nazionale per quante volte il grande gesto tecnico è stato trasmesso.
Trentini chiuse l’avventura rossonera l’anno successivo, con 193 presenze complessive, di cui 52 nella massima serie, diventando a tutti gli effetti un’icona della storia rossonera, con una menzione d’autore del capitano per eccellenza, Gianni Pirazzini, che ha dichiarato che «Trentini è stato senza dubbio il miglior portiere con il quale ho giocato ed avrebbe meritato di giocare in club che miravano ad obiettivi più prestigiosi».