I dirigenti del Bastia credono di aver fatto l’affare giusto, nell’estate del 1976, quando strapparono Ognjan Petrović alla Stella Rossa di Belgrado. Il portiere serbo insegue così la tradizione dei grandi numeri 1 jugoslavi del campionato francese, come Ivan Ćurković e Ilija Pantelić, suoi colleghi al Sainté e al Paris S.G. Nazionale dal 1973, Petrović ha ha difeso i pali ai Mondiali del ’74, e aveva appena partecipato a Euro ’76 quando è arrivato in Corsica, su consiglio del suo grande amico “Dzaja”, Dragan Džajić, attaccante stellare, che lo ha preceduto al Bastia.
Con il suo status di titolare nella nazionale (ha quindici gettoni in totale), i suoi quattro titoli jugoslavi (1968, ‘69, ‘70 e ‘73), la sua tripletta in coppa (1968, ‘70 e ‘71) con la Stella Rossa e il suo metro ottantacinque in altezza, un gigante arriva al Furiani. Purtroppo con i piedi d’argilla.
Anche se a volte gli manca un po’ di concentrazione, secondo il collega Ćurković, Ognjan Petrović gestisce la porta e la difesa come un buon professionista. Ha talento ma è fragile. Per tutta la stagione 1976-‘77 giocò con una spalla lussata che gli causò dolori. Il che gli impedì di dare la vera misura del suo talento.
Se il Bastia ha un attacco focoso (82 gol in stagione), ha anche una difesa che di reti ne subisce anche tante (53). Ma il nativo di Kruševac è un tipo duro che tiene duro, come quel giorno del derby contro il Nizza quando prese a schiaffi i palloni calciati dai nizzardi.
A volte sostituito dal giovane Marc Weller, Petrović si avvicina alla partita successiva con uno stato d’animo vendicativo.
Sulle figurine
Ma il Bastia resta ai blocchi di partenza e inizia il campionato con una serie di tre sconfitte! La squadra 1977-‘78 è in fase di stallo con il suo portiere convalescente, e poco prima del suo primo incontro europeo contro un altro Sporting, quello del Portogallo. All’andata e al ritorno la squadra corsa e Petrović sono eroici.
Guidato dal punteggio nelle due sfide, il Bastia ottiene ogni volta il successo (3-2; 2-1). Lo jugoslavo è uno dei protagonisti nella qualificazione dei corsi quando avviene la ricaduta. In autunno Petrović è costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico a causa di problemi circolatori alla caviglia.
È l’inizio della fine. “Onja” è fuori per il resto della stagione. Non riesce più a mettere un piede davanti all’altro. Peggio ancora, ha dovuto terminare la sua carriera all’età di 29 anni. Un brutto infortunio che lo perseguiterà per tutta la vita, lontano dalle luci degli stadi. Morì il 21 settembre 2000, in questo nuovo secolo con cui trascorse solo pochi mesi.
Mario Bocchio