Romania – Italia: da campioni del mondo nell’estate 1982, gli Azzurri di Enzo Bearzot avrebbero dovuto fare un sol boccone degli avversari nel girone di qualificazione agli Europei che si sarebbero svolti a casa di Michel Platini, nel giugno 1984.
Nei nostri occhi avevamo ancora la rapidità di Paolo “Pablito” Rossi, le corse di Cabrini sulla fascia, i “morsi” di Claudio Gentile alle caviglie di assi come Maradona e Zico oppure il grido di gioia di Tardelli che mostrò a tutto il mondo cosa significa segnare in una finale mondiale.
Ebbene, pochi mesi e tutto si dissolse in un amen: fu l’Est europeo a sbarrarci la strada, prima la Cecoslovacchia e poi la Romania guidata in panchina da di Mircea Lucescu, che lascerà poi le sue impronte anche nella Serie A italiana.
La notte di Bucarest fu l’inizio del declino per tanti, a partire dal Vecio che rimarrà ancora sulla panchina chiudendo mestamente il ciclo a Messico 1986. La critica, che aveva dovuto ingoiare l’amaro successo in Spagna dopo averlo seppellito durante la fase di preparazione e le prime tre partite del girone di Vigo, non aspettava altro.
Quella del 16 aprile 1983 allo stadio 23 agosto di Bucarest – sotto lo sguardo di 80.000 spettatori -fu la prima vittoria in assoluto della Romania contro l’Italia.
La Romania giocò in modo esemplare. Probabilmente il miglior match di Ilie Balaci in Nazionale. I carpatici vinsero 1-0 con il gol di Ladislau Bölöni al 23′: Balaci mosse palla e l’allora giocatore della Steaua scaricò il suo tiro dai 30-35 metri nella porta difesa Dino Zoff.
“Ilie era straordinario in campo, uno fuori dal comune. Solo lui sapeva come ingannare i suoi avversari così facilmente. Parlo di quel momento con grande piacere perché poi ho capito che stavo giocando accanto a un calciatore straordinariamente intelligente. Mi ritengo fortunato ad aver potuto scendere in campo con uno dei migliori giocatori della Romania” ha sempre detto Bölöni.
“Getteremo tutte le nostre forze nella battaglia per implementare tutto ciò che sappiamo fare” dichiarò alla vigilia Lucescu.
“Per noi la partita con la Romania significa l’ultimo treno per Euro ’84” affermò alla stampa Bearzot.
I numeri del Grande biondo nella storica vittoria contro l’Italia sono impressionanti. Balaci polverizzò in duelli diretti Gentile, colui che aveva annientato Maradona ai Mondiali dell’82. Umiliò anche il calciatore italiano più tecnico, il piccolo Bruno Conti, surclassandolo nei dribbling. Il fantastico livello di Balaci è dimostrato anche dal fatto che coprì zone del campo con una precisione favolosa, mai vista prima.
Tra Balaci e Gentile i duelli diretti per il possesso palla furono cinque e il punteggio è eloquente: 5-0 per il fuoriclasse dell’Universitatea Craiova. Non solo mise in ginocchio Gentile, ma fu superiore a quasi tutti gli altri avversari con cui si trovò faccia a faccia: 3-0 con Marini, 2-0 con Bettega e 2-1 con Cabrini. L’unico contro cui andò a sbattere fu Gaetano Scirea.
Balaci ebbe da Lucescu il compito di coprire tutto il campo. Innanzitutto per far uscire il più possibile Gentile dalla sua area e creare lì spazi liberi, ma anche perché la forma fisica di Balaci era fantastica e ce n’era bisogno ovunque.
Con la possibilità di qualificazione per una sola squadra, fu proprio la Romania a raggiungere la fase finale degli Europei, primeggiando nel Gruppo 5 con 12 punti, uno in più della Svezia, poi Cecoslovacchia 10, Italia 5 e Cipro2.