L’Inter nella terra dei samurai
Lug 3, 2024

La Coppa Kirin è un torneo di calcio amichevole organizzato in Giappone dalla Kirin Holdings con cadenza annuale fino al 2009. Disputata per la prima volta nel 1978, questa competizione vede sempre la presenza della nazionale giapponese, ma fino al 1991 vi parteciparono contemporaneamente sia squadre nazionali che squadre di club. Dall’edizione del 1992 ad oggi, invece, sono ammesse solo rappresentative nazionali.

Evaristo Beccalossi
Altobelli firma autografi
Beppe Baresi e Tempestilli al microtelefono

La quarta edizione si svolse dal 31 maggio al 10 giugno 1981 e vide la partecipazione di Giappone, Everton (Inghilterra), FC Brugge (Belgio), Inter (Italia), Cina e Mitsubishi (Giappone).

Evaristo Beccalossi attorniato da piccoli ammiratori giapponesi
Mimmo Caso
Il tifo per l’Inter e la foto insieme ad Altobelli e Prohaska 

Le squadre furono divise in due gironi da tre ciascubo, con le prime due qualificate per le semifinali. L’FC Brugge e l’Everton arrivarono ​​rispettivamente nei primi posti nei Gruppi A e B. In semifinale l’Inter sconfisse l’Everton 4-1 e l’FC Brugge superò il Giappone 2-0. In finale l’FC Brugge ebbe la meglio sull’Inter per 2-0, vincendo così la Kirin Cup.

Il Brugge prima della finale contro l’Inter

Stelle del torneo furono Jan Ceulemans del Brugge, Herbert Prohaska dell’Inter, Peter Eastoe dell’ Everton, e Ron Zhi Hang della Cina.

L’undici dell’Inter schierato prima dell’ultimo atto della “Kirin Cup” 1981 contro i belgi del Brugge
Tutti i risultati della Kirin Cup 1981
Il biglietto per la finale

Sfruttando la Kirin Cup, l’Inter fece anche tappa ad Hong Kong per una partita contro l’Happy Valley, in un clima impossibile.

Cerimonia floreale prima dell’incontro con l’Happy Valley
Ambu, Pancheri e Caso si dissetano durante l’intervallo della sfida ad Hong Kong contro l’Happy Valley

L’estate 1980 aveva segnato, nel panorama calcistico italiano, la riapertura delle frontiere dopo il blocco deciso nel 1966: i nerazzurri, campioni uscenti, ingaggiarono il centrocampista austriaco Herbert Prohaska. Il giovane terzino Giuseppe Bergomi — la cui prima apparizione ufficiale era avvenuta in Coppa Italia nel gennaio precedente — fu inoltre aggregato stabilmente alla rosa. Il trionfo nel campionato 1979-‘80 comportò il ritorno in Coppa Campioni, manifestazione cui la Beneamata non prendeva parte dal 1972.[6] Nei sedicesimi di finale l’Inter sfidò i romeni dell’Universitatea Craiova, con una doppietta di Altobelli che decise l’incontro di andata; nel retour match in trasferta Muraro portò in vantaggio i milanesi su azione di contropiede, con i padroni di casa che pareggiarono poco dopo.Qualificata per gli ottavi, la formazione affrontò in questo turno i francesi del Nantes imponendosi sul loro campo per poi impattare tra le mura amiche.

Più complicato risultò invece ripetersi sul fronte nazionale, con la lotta per il tricolore circoscritta a Juventus e Roma: contrastati dal Napoli, i nerazzurri oscillarono tra la terza e quinta posizione. Nei quarti di finale della competizione europea la squadra ebbe ragione della jugoslava Stella Rossa, con un pareggio casalingo e un’affermazione esterna. A realizzare il gol decisivo in quel di Belgrado fu Muraro, autore anche della rete che valse la vittoria nel derby d’Italia del 29 marzo 1981. Il cammino continentale si fermò ad un passo dalla finalissima, con i nerazzurri sconfitti dal Real Madrid: battuta per 2-0 in Spagna, nel ritorno la Beneamata colse un palo con Prohaska in avvio di partita andando quindi a segno con Bini. Nonostante la buona prova del diciassettenne Bergomi — abile a neutralizzare Juanito — e del reparto offensivo, i meneghini non trovarono il raddoppio che avrebbe portato ai supplementari abbandonando così il torneo. Estromesso nel primo turno della Coppa Italia e concluso il campionato al quarto posto, a due lunghezze dai partenopei, l’Inter si tolse un’ulteriore soddisfazione nel mese di giugno: gli uomini di Bersellini si aggiudicarono infatti la prima edizione del Mundialito pareggiando con l’uruguaiano Peñarol per poi battere l’olandese Feyenoord, il brasiliano Santos e i concittadini del Milan.

Mario Bocchio

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