Per chi crede alle coincidenze, diciamo subito che Ezio Sella nasce a cavallo tra due vittorie. L’8 aprile 1956 la Fiorentina di “Fuffo” Bernardini batte il Novara per 4-2, il 15 aprile 1956, invece, i Viola sgretolano il Milan per 3-0… conquistando virtualmente il primo storico scudetto. Il trionfo aritmetico arriverà solo due settimane dopo, col pareggio per 1-1 in quel di Trieste, ma quei tre gol ai rossoneri (i più immediati inseguitori in classifica) furono decisivi per la vittoria finale. Nel mezzo, esattamente l’11 aprile 1956, nasce a Roma Ezio Sella, per tutti… Ezio Gol! Perchè tanta enfasi per un coro, se vogliamo anche banale? Perchè fu il primo dedicato ad un giocatore di calcio, il primo urlato dalla curva Fiesole, da poco assurta agli onori delle cronache e del tifo fiorentino. Insieme a lui l’altro coro: “Lode a te Dino Pagliari”, dedicato al centravanti estremista di sinistra. Insieme riecheggeranno in curva dal ’78 all’80, anni eroici, portatori sani di un calcio che non c’è più.
Ezio Sella proveniva dalla Viterbese, dopo aver fatto gavetta nelle giovanili della Roma. Come racconta Stefano Borgi, fu Mario Mazzoni (da poche settimane subentrato a Carletto Mazzone) a scommettere su di lui, catapultandolo in una Fiorentina a dir poco disperata. Era il 15 gennaio 1978 e si giocava Fiorentina-Pescara, la penultima contro l’ultima in classifica. Ezio andò subito in gol, assistito da un Antognoni in stato di grazia, autore di una doppietta. Da quel giorno Sella fu il centravanti titolare, prese il posto di Pierino Prati al crepuscolo della carriera. Fece spesso coppia con Gianfranco Casarsa, di professione finto centravanti, colui che inventò (almeno in Italia, prima di lui c’era stato il cecoslovacco Panenka) il rigore calciato da fermo. Eh già, perchè Ezio Sella non era il classico centravanti di sfondamento. Del resto le misure parlavano chiaro: alto 170 cm, peso 65 kg, giostrava da punta agile, scattante, opportunista, sempre pronto a gettarsi su quei cioccolatini che erano gli assist del “capitano”. Al termine della stagione Ezio realizzò 7 reti, fondamentali per la salvezza, con la sublimazione del gol di Pescara alla penultima giornata. E ripercorriamola quella partita drammatica.
Breve cronaca: Fiorentina con l’acqua alla gola, adriatici già retrocessi ma (giustamente) combattivi. Pescara in vantaggio con Bertarelli all’11’, pareggio di Desolati 7 minuti dopo, rigore sbagliato da Antognoni a pochi minuti dalla fine. Sì avete capito bene, la bandiera viola che manda fuori il rigore dell’illusione, della speranza che svanisce all’improvviso. All’88’ l’ultima occasione: punizione dal limite, batte Galdiolo (Antognoni, ancora in stato di shock aveva passato la mano), tiro svirgolato che batte incidentalmente sullo stinco di Sella… rete!
Lo abbiamo detto, Sella era sempre al posto giusto nel momento giusto. La Fiorentina conquista due punti vitali ed Ezio diventa una sorta di eroe. L’anno dopo il piccolo attaccante romano partirà titolare in coppia con Pagliari, idem nel ’79-’80. Quindi il passaggio al Brescia, poi alla Sampdoria, infine Arezzo, Ancona, Civitavecchia e Lodigiani. Nel 1993 comincia la carriera di allenatore ed il suo fortunato sodalizio con Alberto Malesani. Il suo score in maglia viola recita 67 partite e 19 reti, e quel coro che non smette mai di battere in testa… Ezio-Gol, Ezio-Gol!